Napoli e le rimonte nelle coppe. Ecco quale fu l’ultima

Mentre mi aggiravo per casa in preda al dubbio amletico se concludere il pranzo con una cosa di sfizio oppure no, di improvviso una illuminazione, in vista del Granada.

Vuoi vedere che al Napoli non riesce una rimonta nelle coppe dal 1989, da quel famoso Napoli Juve tre a zero, conclusosi con la capa gloriosa di Renica?

Chiamo a rapporto i neuroni, che su  certe cose sono enciclopedico e passo in rassegna le varie annate.

Anno 89-90; si va ai rigori con lo Sporting Lisbona dopo un doppio zero a zero, si passa con molta molta fortuna con il Wettingen, squadraccia elvetica che ci stava eliminando dopo uno zero a zero in casa loro.

Se vogliamo il due a uno in rimonta al San Paolo potremmo considerarlo risultato ribaltato, ma lo score dell’andata non era da impresa.

Mazziatone al turno successivo dal Werder Brema di Riedle , che poi perira’ per mano della Fiorentina di Graziani, non ancora ct del Cervia, e la foca Nappi.

Nel 90-91 dopo la scampagnata con gli ungheresi dell’Upjest, affrontammo lo Spartak con un Maradona vicino ormai al capolinea della sua esperienza azzurra.

Doppio zero a zero, e Diego anziche’ affrontare il gelo sovietico come Sylvester Stallone in Rocky 4, arrivo’ last minute, da solo, il giorno della partita per uno zero a zero che significo’ rigori ed eliminazione dalla vecchia Coppa dei campioni.

Dopo un anno di purgatorio tocca al Napoli di Ranieri in Uefa, nel 92-93 affrontare le coppe.

Eliminazione scintillante del Valencia con Fonseca che realizza cinque goal in Spagna e poi eliminazione senza appello contro il Psg di Weah.

Sconfitta interna due a zero e scialbo pari a porte inviolate al Parco dei Principi.

Nel 94-95 arriva l’ultima partecipazione della storica SSC Napoli alle coppe, ma allora non lo potevamo sapere.

Il Napoli di Guerini passeggia sullo Skonto Riga e poi fa un pari brutto ma prezioso in Portogallo con il Boavista. Guerini apprende in volo dell’esonero, di ritorno dalla terra lusitana ed il ritorno viene giocato e vinto con Boskov in panca.

Nel turno successivo il Napoli si imbatte nell’Eintracht Francoforte, che non pare un avversario insormontabile, se si eccettua la stella Yeboah

Tuttavia un doppio uno a zero, in Germania prima e a Fuorigrotta poi condanna gli azzurri ad un lungo arrivederci.

Per anni il Napoli, per avere un respiro internazionale dovra’ affidarsi alle amichevoli estive, su tutte un pari fuorviante con il Real Madrid nell’estate di Zeman con Di Vicino marcatore.

Il ritorno sulle scene europee avverra’ nel 2008, con l’intertoto, con i partenopei di Reja eliminati al terzo turno dal Benfica dopo una vittoria interna.

Nel 2010 gli azzurri dopo un girone in cui eliminarono all’ultimo secondo la Steaua con l’uno a zero di Cavani all’ultimo assalto del sesto incontro, escono per mano del Villareal, con pari casalingo e sconfitta in  terra iberica.

Un anno dopo e’ Champions con Mazzarri, con la qualificazione agli ottavi epica contro il City di Balotelli, allora star assoluta.

Purtroppo agli ottavi la rimonta la subiamo ad opera del Chelsea che poi vincera’ la coppa.

Meno gloriosa la campagna europea dell’anno successivo in Europa League con l’ingloriosa eliminazione ad opera del Plizen.

Arriva Benitez e viviamo un girone bello e sfortunato in Champions, dove la differenza reti condanna gli azzurri, favorendo Dortmund e Arsenal.

In Europa League eliminiamo i gallesi dello Swansea con Rafael che salva lo zero a zero prima di rompersi in Gran Bretagna e al ritorno con molte difficolta’ il Napoli batte gli avversari e passa.

La corsa si ferma con il Porto, che pareggia a Fuorigrotta dopo una vittoria risicata per uno a zero in casa.

La stagione 2014-15 e’ una stagione double face sul versante europeo.

Se da un lato vi e’ la cocente delusione per l’uscita ai preliminari di Champions, con l’1 a 1 casalingo reso inutile dal 3 a 1 a Bilbao contro l’Athletic, dall’altro ci fu una bella campagna in Europa League.

Usciamo in semifinale ad opera del Dnipro, non riuscendo a ribaltare l’uno a uno sfortunato del San Paolo, con un Higuain dissipatore come non mai.

Era Sarri, si esce con il Villareal (ancora tu?) ai sedicesimi di Europa League, con sconfitta in Spagna e pari interno.

Al secondo anno e’Champions League. Ci fa fuori il Real Mdrid pescato da seconda(!) dopo un giorne sofferto ma vincente con Benfica, Fenerbahce e Dynamo Kiev.

Nell’anno dei 91 punti retrocediamo in Europa League nei turni ad eliminazione diretta, e in piena lotta scudetto ci capita ai sedicesimi il Lipsia della Red Bull.

Sconfitta sonora interna e miracolo quasi riuscito in Germania, due a zero dopo il loro tre a uno, che non basta.

Il resto e’ storia recente: Ancelotti non basta ad assicurarci trionfi europei, nemmeno nella coppa B, dove usciamo per mano dell’Arsenal e Gattuso ed il veleno non riescono ad eliminare il Barcellona piu’ disastrato degli ultimi anni.

Trentadue anni in pratica senza ribaltare una sconfitta o un pareggio interno con goal: se non fosse per le mille assenze e per l’aver dovuto arruolare gloriosi ex come Agostini e Caio per schierare attaccanti veri, direi che per la statistica domani dovrebbe essere la volta buona.

 

 

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