C’è stato un tempo, dal 1992 al 2017, in cui, oltre ai Mondiali di calcio, ai rispettivi tornei continentali (Europei, Copa America, Coppa delle Nazioni Africane, etc) e alla più recente Nation League, si svolgeva un’altra competizione internazionale di calcio: la FIFA Confederation Cup (la Coppa delle Confederazioni) che, a partire dalla sua terza edizione, ossia quella del 1997, vedeva la partecipazione delle squadre vincitrici dei sei tornei continentali, dei campioni del mondo in carica e della selezione del Paese che ospitava la manifestazione. Non tutti sanno, infatti, che la competizione soppressa ufficialmente dopo l’edizione svolta in Russia nel 2017 (e vinta dagli allora campioni del mondo della Germania), nelle sue prime due edizioni non ha contemplato la presenza di otto selezioni nazionali bensì, rispettivamente, di quattro e sei.
Le prime due edizioni del torneo, quella del 1992 e del 1995 non furono organizzate direttamente dalla FIFA ma dalla Federazione dell’Arabia Saudita (che nel ‘92 si fregiava del titolo di campione d’Asia), che decise di organizzare un torneo al quale, oltre alla Nazionale saudita, presero parte anche i vincitori della Copa America dell’Argentina, i campioni d’Africa in carica della Costa d’Avorio e la Nazionale degli Stati Uniti (vincitrice della Concacaf Gold Cup). La kermesse, che fu denominata “Coppa Re Fahd”, fu vinta dall’Argentina, che sconfisse in finale i padroni di casa dell’Arabia Saudita. Tre anni più tardi, nel 1995, lo Stato saudita organizzò la seconda edizione del torneo, che questa volta vide la partecipazione di sei squadre, avendo accettato l’invito a partecipare anche i campioni d’Europa in carica della Danimarca mentre l’Arabia Saudita vi partecipò non più come campione d’Asia (avendo conquistato tale titolo il Giappone) bensì come Paese ospitante.
Dal 1997 invece l’organizzazione del torneo fu assunta dalla FIFA che rinominò il torneo come FIFA Confederation Cup e stabilì che il numero delle partecipanti sarebbe stato di otto squadre, includendo pertanto anche i campioni d’Oceania (che non avevano partecipato alle prime due edizioni) nonché i campioni del mondo in carica.
Da allora il formato a otto squadre non è più stato modificato e l’unica variazione sostanziale fu apportata, nel 2004, alla cadenza del torneo che da biennale divenne quadriennale: fu stabilito infatti che la Confederation Cup si sarebbe tenuta ogni quattro anni, nell’anno che precede i Mondiali di calcio, e che la stessa si sarebbe svolta proprio nel Paese che l’anno successivo avrebbe ospitato la manifestazione iridata. Una sorta di “mundialito” a otto squadre che di fatto avrebbe rappresentato, a tutti gli effetti, una prova generale del Mondiale vero e proprio.
Comprese le prime due (svoltesi con formato diverso e nate come “Coppa Re Fahd”), in totale si sono tenute dieci edizioni del torneo (92, 95, 97, 99, 2001, 2003, 2005, 2009, 2013 e 2017), con il Brasile che si è aggiudicato il trofeo in ben quattro occasioni (1997, 2005, 2009 e 2013) più un secondo posto (1999). Nell’Albo d’Oro della competizione al secondo posto troviamo la Francia con due successi, a seguire l’Argentina con una vittoria e due secondi posti, Messico e Germania appaiate con un primo e un terzo posto a testa e la Danimarca con una vittoria. Tra le nazionali “piazzate” ci sono gli Stati Uniti con un secondo e due terzi posti, l’Australia e la Spagna con un secondo e un terzo posto ciascuno, Arabia Saudita, Giappone, Camerun e Cile con un secondo posto a testa, mentre chiudono la graduatoria Italia, Repubblica Ceca, Turchia e Portogallo con un terzo posto ciascuno.
Il Brasile guida anche la classifica del numero di partecipazioni al torneo a quota sette, ex aequo con il Messico, mentre al terzo posto, con cinque partecipazioni si trova il Giappone.
Nel 2019 la manifestazione è stata soppressa e al suo posto, nell’anno che precede i Mondiali, a partire dal 2025 si terrà il Mondiale per Club FIFA allargato a trentadue squadre mentre nel 2022 è stata ripristinata la vecchia “Coppa Artemio Franchi” (tenutasi in precedenza nel 1985 e nel 1993), ribattezzata “Coppa dei Campioni CONMEBOL-UEFA”, che vede sfidarsi, in gara secca, soltanto i vincitori degli Europei di calcio e quelli della Copa America.
Giuseppe Santoro