di Eugenia Saporito
E’ proprio vero che aspettiamo tutti Lorenzo per riportare il Napoli al posto che merita.
Lorenzo manca, nonostante i numeri consolidino la sua presenza quasi costante e totale da qualche anno a questa parte in tutte le gare ed in tutte le competizioni disputate.
Calciatore fondamentale per questa squadra come Ronaldo per il Real Madrid o Messi per il Barcellona, anche se da una statistica è emerso che, dopo Lionel, l’attaccante più decisivo nel Barca è l’autogol.
Ma ritorniamo con i piedi per terra.
QUALCHE STATISTICA DI LORENZO
Insigne ha giocato 2500 minuti su 2700, praticamente quasi sempre, considerati i vari subentri a partita in corso.
Solo per 6’ a gara (30 disputate sino ad ora) ha assistito allo spettacolo calcistico di questo tempo sarriano dalla panchina, presumendo che il mister lo abbia tenuto fuori solo per farlo rifiatare, soprattutto dopo il piccolo infortunio rimediato nell’ottobre scorso all’ Etihad Stadium contro il ManCity, considerato anche il fatto che Sarri lo reputa insostituibile proprio come i suoi compagni Callejon ed Hamsik.
Solo 7 i gol messi a segno sino ad ora, ricordiamo che nella stagione scorsa ne ha portati a casa ben 18 e, nello stesso attuale periodo 6 reti di scarto a favore della stagione 16/17.
Un po’ sottotono, stanco, ma allo stesso tempo euforico e desideroso di mettere la palla a segno.
Si sa che più si è caparbi nel volerlo fare e più non si riesce, soprattutto se giochi nel Napoli e ti chiami Lorenzo Insigne.
La pressione dei tifosi, la responsabilità nel voler portare questa squadra alla vittoria, fanno sì che pecchi di brillantezza e precisione.
Il suo destro minuzioso (6 goal su 7 calciati col destro), il suo tirare con meticolosità nello specchio della porta (almeno 58 volte su 146) e 6 traverse costate molto care, tanto da essere il primo nella classifica dei giocatori ad aver rimediato pali e traverse fino ad oggi; a seguire Dzeko (Roma) con 4 a pari merito con Immobile (Lazio) e Skriniar (Inter).
Insomma, questi dati parlano chiaro: se il Napoli è secondo solo alla Juventus è perché il lavoro peculiare del mister è omogeneo e trasversale per tutti ed è per questo che non ci si identifica più in un unico leader, come nel caso dello stesso Insigne e di Mertens lo scorso anno. La media punti, da quelli in classifica ai gol fatti e non solo, innalza la squadra azzurra ai vertici di un campionato squilibrato ma ancora in via di definizione.
Mancano ancora 8 gare alla fine del campionato e, per eguagliare i numeri dello scorso anno Insigne dovrà ritornare tra noi e con concentrazione recuperare almeno 11 delle 18 reti da qui a fine campionato.
Non ci resta che aspettare il momento propizio per applaudire con orgoglio lo scugnizzo di Frattamaggiore, con la speranza di riuscire nell’obiettivo prestabilito.
Napoli, 6 aprile 2018