Un finale di campionato al cardiopalma. E quelle rimonte subite dalla Juve…

Il gol di Koulibaly al 90’ potrebbe aver cambiato le gerarchie e la geografia del campionato di Serie A. Lo stacco del calciatore senegalese in area bianconera ha portato il Napoli a 1 punto dalla Juventus, ma il calendario dei bianconeri è sfavorevole, visto che dovranno affrontare Inter e Roma in trasferta. La prossima sarà proprio a Milano, con un’Inter vogliosa di Champions League, mentre il Napoli sarà di scena a Firenze, contro la Viola che vuole ancora un posto in Europa League, ma un impegno sicuramente meno probante di quello che potrà essere il Derby d’Italia.

Anche le quote dei bookmakers sono equilibratissime: la Juventus non è più favoritissima, ma la sua quota è soltanto a 1.85, mentre il Napoli si è avvicinato tantissimo: un trionfo azzurro ora viene pagato 1.95 volte la posta.

Mancano soltanto 360’ e tutti si chiedono chi porterà a casa il titolo. Ci sono, ovviamente, tantissime variabili in gioco per la vittoria finale dello scudetto e le emozioni che abbiamo vissuto fino ad ora potrebbero addirittura essere minori rispetto a quelle che vivremmo in seguito.

Cos’ha la Juve più del Napoli? Sicuramente la rosa: i bianconeri, nonostante abbiano perso Chiellini, hanno valide alternative come Rugani e Barzagli, dopo aver finalmente recuperato Howedes per questo finale di stagione. In attacco, nonostante Paulo Dybala sia un po’ appannato, Max Allegri potrà contare anche su Federico Bernardeschi e Juan Cuadrado, ormai tornati al meglio. Ma le recenti prestazioni sicuramente non fanno dormire tranquillo l’attuale allenatore della Juventus. Allegri, infatti, deve far fronte anche alla mancanza di gol di Gonzalo Higuain, a secco oramai da più di un mese. Dall’altro lato, invece, Sarri può godersi un Napoli nel meglio della forma soprattutto psicologica: le vittorie con Chievo, Udinese e soprattutto Juventus all’Allianz Stadium gli hanno restituito un Napoli completamente nuovo e soprattutto rifocillato per questa corsa all’oro.

E gli uomini di Sarri possono anche guardare alla storia come una possibile alleata. Ci sono state, infatti, negli anni, delle rimonte alla Juventus che sembravano impossibili ma che, alla fine, si sono concretizzate. I bianconeri, a 6 giornate dalla fine, erano a +6 e sembravano padroni del proprio settimo scudetto di fila.

Le più clamorose sono avvenute nell’annata ’75-’76, in cui il Torino di Gigi Radice si trovava a -5 (quando la vittoria valeva soltanto 2 punti) a nove giornate dalla fine. La Juventus perse contro il Cesena e poi lo scontro diretto col Torino. Ironia della sorta, la sconfitta successiva fu proprio a Milano con l’Inter (il prossimo match bianconero). All’ultima giornata, il Torino, con un solo punto di vantaggio, pareggiò in casa con il Cesena ma la Juventus perse a Perugia e il titolo andò ai granata.

La rimonta subita più vivida e dolorosa per i tifosi bianconeri è sicuramente quella del 1999-2000, quando a vincere fu la Lazio di Eriksson. A nove giornate dal termine, la squadra di Ancelotti aveva otto lunghezze di vantaggio, ma li scialacquò perdendo prima con il Milan a Milano e poi in casa contro la Lazio, per 1-0 con un gol di testa di Simeone (notate qualche somiglianza?). Dopo un’ulteriore sconfitta contro il Verona, all’ultima giornata fu il Perugia, con la famosissima rete di Calori, ad indirizzare lo scudetto verso Roma.

Insomma, anche i bianconeri possono essere rimontati, lo insegna la storia. E gli uomini di Sarri sono lì, a una sola lunghezza. Crederci è diventato un obbligo.

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