Sarri conferma l’undici dei titolarissimi
Stavolta nessuno ha dubbi circa la formazione che Sarri manderà in campo domenica pomeriggio a Firenze. Mentre prima della sfida di Torino alcuni pensavano che Milik e Zielinski potessere avere della opportunità, stavolta nessuno lo pensa. In effetti l’ipotesi non era da prendere in considerazione neanche per la sfida con la Juve, mai e poi mai Sarri avrebbe cambiato.
Stavolta il dubbio non si pone per nulla: a Firenze in campo i soliti 11, con la speranza che possano anche ripetere la partita di Torino. Contro una squadra, la Fiorentina, che senza ombra di dubbio è meno forte dei bianconeri, che ha stimoli inferiori. Ma sta meglio fisicamente e soprattutto mentalmente.
La Fiorentina non si scanserà, su questo non ci sono dubbi, e nessuno lo chiede loro. Di certo diciamo così il Napoli non giocherà in un ambiente ostile, a prescindere dal fatto che con ogni probabilità si giocherà praticamente in casa.
Il campionato in ogni caso non finisce domenica
Una cosa va detta: il campionato non si chiude in questo fine settimana. Ammesso e non concesso che la Juve possa vincere a Milano, non è detto che poi le vinca tutte. Il Napoli dovrebbe fare una cosa impossibile: staccarsi dal mondo esterno, giocare e vincere le sue partite. I conti si fanno solo alla fine. Se poi con 96 punti non arriva lo scudetto, amen, ma è difficile crederlo.
La Juve è sull’orlo di una crisi di nervi: tifosi sul piede di guerra, spaccatura nello spogliatoio, allenatore contestato. Società che tace perché non sa cosa fare: sembra il Napoli del maggio del 1988. Non c’è stato il comunicato di Garella, quello de “Premesso che siamo tutti professionisti seri”, ma le parole di Buffon a Juve Channel ci vanno vicino. E la gogna cui sono stati sottoposti i giocatori a Vinovo somiglia a quella che subirono alcuni azzurri a Piazza dei Martiri. La faccia spaventata a morte di Dybala è sin troppo chiarificatrice di quello che sta succedendo.