Reina al Milan: storia emblematica di calcio moderno
Pepe Reina al Milan è una storia emblematica di calcio moderno. In cui le trattative di mercato non si fermano mai. Anzi, si intersecano con il calendario agonistico. Non fai a tempo a conseguire l’obiettivo stagionale, che già cominci a pensare alla prossima annata. Ecco, dunque, che gli interessi di alcuni club si intrecciano. Sovrapponendo le esigenze di chi, come il Napoli, è in piena lotta per lo scudetto. Rispetto ai bisogni del Milan, incerto sul futuro prossimo. Ma comunque interessato a concludere un buon affare. I rossoneri, infatti, sono obbligati al rispetto di determinati parametri economico-finanziari. Devono, quindi, necessariamente far quadrare il proprio bilancio. L’acquisto di Reina, dopo la scorsa estate tribolata, in cui sembrava certo il mancato rinnovo di Gigio Donnarumma con il Milan, mette nuovamente in discussione il futuro in rossonero del giovane portiere. In tale ottica, l’arrivo dello spagnolo andrebbe a soddisfare una duplice esigenza. Piuttosto che prendere un “secondo” di esperienza, sul quale investire una cifra da capogiro, il Milan si starebbe orientando su un parametro zero, ossia un giocatore “in scadenza di contratto”, cui affidare la maglia da titolare. Al netto del valore di Donnarumma, potrebbe essere interpretata pure come una operazione lungimirante. Da un lato, cedo Donnarumma al miglior offerente. Faccio “cassa” e provo a limare l’esposizione debitoria. Per rientrare innanzitutto nei parametri imposti dalla Uefa. Dall’altro, attraverso un investimento ridotto, fornisco comunque un portiere di valore alla squadra. Il tutto, senza appesantire eccessivamente i costi.
Le cifre dell’operazione
Il Milan e Reina pare si siano accordati sulla base di un contratto biennale, con opzione di rinnovo per il terzo anno, sulla base di 3 milioni netti (più bonus). E’ chiaro che i rossoneri, risparmiando sul costo del cartellino, sono stati quasi “obbligati” a far sottoscrivere allo spagnolo un contratto più lungo. Ovvero, fino alla soglia dei 38 anni. Sia ben inteso, Reina ha tutto il diritto di guardarsi attorno, perdurando con il Napoli un palese disaccordo tanto sulle cifre, quanto sulla durata di un eventuale nuovo impegno. D’altronde, la “Legge Bosman” consente ai calciatori di firmare per una nuova squadra, sei mesi prima che scada il vincolo contrattuale con la squadra di appartenenza. Il comportamento di Reina, pertanto, risulta ineccepibile. Ed è particolarmente rappresentativo di un determinato modo di agire da parte dei calciatori. Ma c’è una storia emblematica, che potrebbe spiegare il motivo per il quale il leader indiscusso dello spogliatoio azzurro abbia scelto un momento così delicato della stagione, per affrettarsi a sottoscrivere l’accordo con il Milan.
La storia di Víctor Valdés
Víctor Valdés è stato il portiere del Barcellona di Guardiola. Con i blaugrana ha giocato dodici stagioni. E vinto praticamente tutto: sei volte la Liga, due volte la Coppa del Re. Senza contare gli allori a livello internazionale: tre Champions League e due Mondiali per Club. Indubbiamente un buon portiere. Bravo il giusto, tra i pali e nelle uscite. Ma dotatissimo con i piedi. Ergo, assai funzionale al sistema di gioco imposto da Guardiola. Costruzione dal basso, a cominciare proprio dal portiere e possesso radicalizzato. Anche ricorrendo al “giro-palla” della squadra con il proprio estremo difensore, per allungare gli avversari e prenderli d’infilata. Ebbene, il 31 gennaio 2014 Valdès smentisce le voci relative ad un eventuale rinnovo del contratto con il Barcellona, scegliendo de facto di lasciare il club al termine proprio di quella stagione. Il portiere vuole andare “a scadenza”. In quel momento, è il portiere della squadra più forte, e probabilmente più bella, dell’intero panorama calcistico europeo. L’idea è quella di monetizzare. Si vocifera che abbia già un accordo multimilionario (sulla parola…) con il magnate Dmitry Rybolovlev, dal dicembre 2011 proprietario del Monaco. Ebbene, il 26 marzo, nella gara con il Celta Vigo, Valdès subisce la rottura del legamento crociato del ginocchio destro, che lo costringe ad uno stop di circa sette mesi. A fine stagione lascia il Barcellona dopo 12 anni, per trasferirsi proprio ai francesi. Ma non supera le visite mediche con il club del Principato ed è quindi costretto a rinunciare al trasferimento!!! Il resto della storia… e della deriva che da quel momento in avanti ha preso la carriera del portiere… la conoscono tutti. L’infortunio con il Celta Vigo ha rappresentato per Valdès un bivio crudele ed inesorabile. Gli ha compromesso il futuro. Nonché, cambiato inevitabilmente, tanto la vita. Quanto la carriera!!!
Francesco Infranca