Io rivolgo un accorato invito alla SSC Napoli: risolva una volta per tutte la querelle Gattuso, perchè io così non riesco ad andare avanti.
Accendo il cellulare al mattino e trovo la memoria piena di messaggi in chat di gente che si sfida a duello, sul tema “esonero sì o esonero no”.
Le argomentazioni sono le piu’ svariate: A copp’Italia, non ha i giocatori adatti, troppe sconfitte, nun tene juoco in un match tennistico sfibrante e lungo come Chang contro Ivan Lendl al Roland Garros.
La tentazione di gridare “silence s’il vous plait” è forte, tolgo le notifiche, ma poi ,si sa, l’occhio batte dove il dente duole, è tipo l’effetto del gatto schiattato sull’asse mediano, che ti riprometti sempre di non guardare ma poi guardi e coinvolgi anche i commensali nell’abitacolo.
Io provo pure a sembrare distaccato, ironico e azzimato come un dandy che campa di rendita annoiato mentre osserva la caccia alla volpe in Cornovaglia, mi prefiggo di essere etereo, ma poi va a finire che uno si permetta di riabilitare la figura di Ancelotti e allora divento scomposto e vajasso.
Il lockdown non mi consente di andare altrove, mi prenderei il primo easyjet e me ne andrei a Londra, zona Leicester Square e vicarielli attigui, chiudendomi in un pub a bere Guinness e a scordarmi di queste questioni terrene.
Oppure andrei sulla Barceloneta a cioncarmi di freddo e a comprare come un babbasone qualche gadget dell’Espanyol per mostrare al mondo come sono originale e anticonformista ncapa a mme…
Ma già so che potrei stare pure a Leith, quartiere poco nobile di Edimburgo e anzichè cercare reminiscenze dei romanzi di Welsh, userei internet e i podcast per sentire Gennaro dal Rione Conocal che chiama in una radio napoletana dicendo che è tutta colpa del calcioscommesse e che i giornalisti sono il male di Napoli, ignorando i sei figli che piangono all’unisono mentre la moglie fuma e fissa il vuoto.
E allora vorrei violare il coprifuoco e andare nottetempo per Napoli aspettando l’alba, cercando nei riflessi del primo sole sui resti dell’Italsider di Bagnoli, qualche segno divino che mi dica cio’ che è giusto e cio’ che è sbagliato. Vorrei fare come gli aruspici del passato che leggevano il futuro nelle viscere degli animali, prima che intervenisse il WWF e imponesse la lettura del futuro solo dietro telefonate a pagamento a maghi televisivi.
Penso a Giuntoli e ricordo mio nonno che oltre dieci anni mi diceva Marcucci’ statt’accorto a Giuntoli e io ignoravo di cosa parlasse, scrollavo le spalle, sottovalutando la saggezza dei vecchi.
Avrei tasse da pagare, clienti da liberare, ma i miei neuroni vengono subaffittati tutti dal tecnico di Corigliano e dal direttore emiliano.
Mi inerpico in tabelle per sfruttare dialetticamente la mia tesi nei consessi filosofico-calcistici per cui: Guardate quanti soldi buttati……
Pubblico una foto di Lobotka che sta chiatto piu’ di me che ho imparato a cucinare e sono diventato schiavo dell’acqua di cottura buttata ad amalgamare sughi e a creare emozioni
Penso a quanto siamo umorali tutti noi che ci emozionavamo come la mamma di Marty Mc Fly quando si sta innamorando del giovane Michael J.Fox, appena sentivamo Gattuso all’inizio parlare di veleno e di fiutare il pericolo.
Gonfiavamo il petto e dicevamo: Comme parla bello…e creavamo nei milanisti che gia’ se lo erano sciroppati un effetto: Enea è bello, di Troisiana memoria
Ci sembrava tutto bello, tutto nuovo rispetto ad Ancelotti…ora se sentiamo parlare di veleno o di pericolo, ci viene un’allergia che manco i no-vax con il vaccino Pfizer o come disse un gentleman fuori a un bar a Qualiano: ma c’amma fa’ stu vaccino Pfeiffer, facendo intendere che lui abboffava di male parole la protagonista di Scarface e Paura d’amare che si era prestata a poco chiare manovre farmaceutiche.
Mando a Umberto Chiariello delle pseudo imitazioni vocali di Gattuso, che nelle mie orecchie mi rendono il nuovo Alighiero Noschese e mi accorgo che o’ Direttore tene na pacienza…..
Non so chi sognare come tecnico…vorrei gli squilibrismi logorroici di uno Spalletti, vero erede della supercazzola riveduta e adattata al calcio
Penso a Benitez e quanto gli farebbe piacere rivedere Castelvolturno invariata rispetto al suo addio..
Penso ad Allegri e Ambra in una casa a via Janfolla, trovare il garage occupato dalla macchina di uno tatuato che sta comprando zeppole e panzarotti di prima mattina dal carretti abusivi…
Mi dico che bisogna ntalliarsi fino a giugno aspettando Juric o De Zerbi, mi conosco e so che bastano due vittorie per trovare tutto quello che ho scritto ora arcaico e lisergico.
Ma penso agli esoneri passati, penso a quando Mazzarri rianimo’ un Napoli triste come Fabris in Compagni di scuola, penso a Bianchi che torno’ al capezzale di un Napoli che con Ranieri aveva inspiegabilmente perso la rotta.
Penso a Montefusco che venne dopo le liti tra Simoni e Ferlaino e ancora non gli perdono Beto in panca a Vicenza.
Penso ai quattro allenatori della stagione orribile 97-98, a Mazzone che minacciava di far giocare Calderon, a Galeone , all’effervescente Mutti ed al’ennesimo Montefusco.
Penso a quando Boskov fu tipo l’adrenalina a Mia Wallace in Pulp Fiction per un Napoli affetto da pucundria con Guerini…
Guardo il cellulare e trovo 800 notiiche, Ha da passà ‘a nuttata……