Ritorno al San Paolo per Napoli-Pescara e fa male vederlo vuoto, riempito solo da noi cornacchie in tribuna stampa e da sedili troppo azzurri, troppo puliti che non hanno memoria.
Quei sedili rosso sangue, che ora giacciono accatastati sull’asfalto tra un distinto e una curva, potevano mischiarti la leptospirosi ma al contempo ammaliarti raccontandoti storie, di Maradona e Agostini, di Lavezzi e Varricchio, di Savoldi junior e Vieri junior, di Cavani e Higuain.
C’è il Pescara per saggiare il Napoli di Gattuso.
Cerco con lo sguardo Pagano e Loseto, Sliskovic e Rebonato, vorrei vedere le geometrie di Dunga e Junior, cerco la sigaretta di Galeone e c’è solo Oddo.
Osservo sospettoso Osimhen, lo voglio vedere alle prese con un fortino e non con una prateria.
I difensori pescaresi sembrano furbi come faine. Non hanno la spensieratezza dei loro avi ai tempi del pibe e non hanno le panze degli abruzzesi che abbiamo affrontato in ritiro.
Lozano corre, si sbatte, fa ammuina ma a me pare un Pia’ con un popolo messicano alle spalle.
Ruiz sembra ingolfato, lo vedo grosso, tra il palestrato e l’imbolsito.
Il centrocampo, nonostante Gattuso non sia doce e’ sale come il fu Carlo, si apre troppo.
E se non ci fosse il Pescara?
Vedo Demme sbattersi, clonarsi, materializzarsi di qua e di là a tamponare,chiudere,ricucire.
Zielinski segna, regala una progressione, salvo poi eclissarsi come sua consuetudo.
È riapparso Ghoulam, così, come se fosse la cosa più naturale del mondo, lì sulla sinistra. Forse era un ologramma. O forse era un fantasma che si materializza prima del definitivo oblio, come Swayze in Ghost, solo che, anziché partire per l’Ade, l’algerino è destinato alle bianche scogliere di Wolverhampton, in provincia di Dover.
Vedo o’ Napule e penso che ci vorrebbe il mercato,quello serio, quello che da noi si è visto solo ai tempi di Benitez.
Ma purtroppo bambole non c’è una lira. E mica solo da parte di Aurelio, lì saremmo pure abituati, ma anche da chi non te lo aspetteresti mai. Il Psg compra un terzino dalle parti di Porta Portese, ossia quel che resta di Florenzi.
Juve e Inter cercano occasioni nel mercato dell’usato. Cercano Suarez e Vidal come la gente cercava maglioni non troppo stralabbrati a Casoria tante domeniche fa accanto alla bancarella delle cassette Mixed by Erri.
Ma divago come mio solito.
Nella ripresa entra Dries e pure Lorenzo e per il Napoli sono come la siringa di adrenalina per Uma Thurman in Pulp Fiction, anzi, chiamiamola pure Mia Wallace.Provo a fare il tattico e racconto ai miei amici da casa che ci sono prove tecniche di 4-2-3-1. Poi però Gattuso, chillebbive, schiera interni Luperto e Ciciretti ed ogni anteprima di campionato va a farsi benedire.
La partita tuttavia conserva un senso per l’ingresso di Petagna. Il triestino entra e si conquista un fallo. Io mi commuovo dopo mesi in cui ho visto Arek vagare in campo come uno sfasulato sul lungomare.
Fa due assist Petagna e pazienza se mette i like a Salvini. Arriva perfino a segnare e già immagino i tweet, gli editoriali degli esperti fuori ai bar, tra una Peroni ed un caffè corretto ad annise: Petagna è jucatore, Osimhen s’adda vere’…