Napoli Fiorentina mi fa venire in mente un gennaio di ventinove anni fa, tenevo sedici anni e con i soliti amici del sabato sera, andammo a vedere Napoli Fiorentina al San Paolo, di domenica pomeriggio, come il calcio allora per routine ci aveva abituato. Usavamo il 160 come oggi usiamo la macchina,sarà stato che avevo 16 anni ma con quel tragitto Villaricca, Piazza Dante mi sembrava ogni volta di attraversare un mondo.
Non poteva essere lo stesso tragitto che ripercorro oggi in auto, se poi ci aggiungevo un viaggio in metropolitana o in cumana, la sensazione era la stessa di quando fino al lockdown prendevo l’aereo per andare in qualche città europea. Nessuno di noi era ancora motorizzato,di lì a poco avremmo stalkerizzato qualche amico di amici che teneva da poco la patente e forse avrebbe fatto uscire un posto in una 127 o una 126 per andare addirittura a Pinetamare..ma sto divagando. I nostri racconti riguardavano il resoconto di scambi di battute con la femmina che ci piaceva “L’ho visto diversa, Anto’, mi sa che se l’acchiappo in un momento particolare, il palo non è detto che lo prendo”..oppure “Ma, nun m’ha cacato proprio, chi la capisce, alle volte penso che fanno bene quelli che le acchiappano e ci si ammoccano direttamente ” e via recriminazioni sul fatto di non tenere un mezzo, che magari fosse un califfone o un Sì mezzo ammaccato. Chi di noi poi riusciva ad “ammoccarsi” acquistava un prestigio pari a quella dei consiglieri regionali presso la massa questuante, toccare una zizza era per noi un’eventualità pari oggi alla vittoria di una bolletta da 10mila euro.. Cazzeggiavamo per l’Edenlandia, finivamo la serata in un pub del Vomero,sperando che la funicolare non chiudesse presto, se ci prendevamo due birre eravamo sfaccimmi, ncapo a noi, come quelli che piacevano alle ragazze. Con diecimila lire avevamo allora il potere di acquisto di un banchiere elvetico di oggi..parlavamo del Napoli, non c’era un De Laurentiis da jastemmare, ma stavamo iniziando a capire che i tempi della cuccagna erano finiti, Maradona se ne era andato e al suo ritorno non ci credeva più nessuno, neanche quando leggevi notizie a nove colonne sul Corriere dello Sport, in qualche afosa sera d’estate, sul balcone di parenti, davanti a una fella di anguria..Era gennaio e il Napoli di Ranieri che per tre,quattro mesi era parso in grado di poter lottare per il titolo, Zola sembrava quasi Lui, c’era Blanc non ancora campione del mondo, con velleita’ registiche alla Krol, ma con momenti di babbasonaggine poco consueti nel fiammingo. Quel Napoli si era scontrato dopo le feste di Natale,il giorno della Befana con la dura realtà: cinque a zero per il Milan in una città meneghina grigia e nebbiosa come manco in Ffss..
Addio scudetto e decidiamo di incamminarci verso il San Paolo per assistere a Napoli Fiorentina, prima partita del 92 in casa..partimmo tardi e ci perdemmo buoni venti minuti, non ci stava internet, niente smartphone, solo un walkman e tramite radio capimmo che non ci stavamo perdendo niente..un Bagarino ci accolse amorevole, a contrattare non eravamo proprio abili come dei magliari e conquistammo il nostro posto nei distinti inferiori..con una visuale da mal di mare che mi faceva scorgere pure i nei sul collo di Crippa ma una prospettiva praticamente obliqua di questi ventidue che correvano un po’ alla cacchio di cane, senza tanti tatticismi…Sbagliò Zola un goal, segnò Crippa, nella Fiorentina c’era un capellone da tutti gli esperti descritto come un bidone, come il nuovo Dertycia ma che a me parve quel giorno far vedere i sorci verdi a Ciro Ferrara, che era ancora dei nostri, si chiamava Gabriel Omar Batistuta, vincemmo giocando maluccio ma eravamo contenti,
Tornammo alle nostre incombenze, pensando alle nostre angosce settimanali che all’epoca erano un’interrogazione, una compagna di classe,quando organizzare una partita, come andare a quella determinata festa, cosa fare il sabato seguente, sperare che il Milan non fosse così irraggiungibile. Oggi per andare allo stadio non debbo tribolare, posso andare in Tribuna stampa, Stasi permettendo, ma senza pubblico diserto attratto dal divano, il parcheggiatore mi chiama Dottore con deferenza eccessiva, il Napoli è parco ma non destinato alle curatele, le femmine non sono più un mistero, o meglio lo sono ma sotto altra forma, il Napoli si gioca se non lo scudetto almeno i suoi surrogati, c’è il Var, il retropassaggio al portiere non è più consentito, lo stadio si chiama Diego, puoi vedere la partita alla TV, senza i patemi di allora…eppure che darei per riviverli. In fondo quel Napoli di Ranieri prima versione non era manco brutto…