Inter in crisi economica: il resoconto del FT
Sta tenendo banco la crisi economica di Suning e dell’Inter. Il Financial Times ha indagato sulla situazione. Tra le altre cose si legge:
“I proprietari cinesi dell’Inter si stanno affrettando a raccogliere almeno 200 milioni di dollari in contanti, poiché i conti della società si sono deteriorati a causa della pandemia e dell’ingente spesa per alcuni top player”.
“Suning Holdings, la conglomerata che possiede una quota di maggioranza della squadra di Serie A, sta cercando nuovi investitori entro la fine dell’esercizio finanziario per fare fronte alla crisi finanziaria del club“.
“Il club ha intrapreso una trattativa con il gruppo di private equity BC Partners nelle ultime settimane su un potenziale investimento, ma questi colloqui si sono interrotti dopo che le due parti non sono riuscite a trovare un accordo sulla valutazione“.
“Suning continua a dialogare con BC Partners così come altri potenziali investitori tra cui fondi come Ares Management e Fortress Investment Group, di proprietà di SoftBank. Sullo sfondo vi sono anche il gruppo svedese di private equity EQT e la statunitense Arctos“.
Le trattative vertono sia sull’acquisizione di una quota minoritaria sia sulla totalità delle quote. Suning sta lavorando con Goldman Sachs per consigliare le opzioni di raccolta fondi.
Continua il Financial Times, scrivendo che i bene informati hanno aggiunto che “i negoziati con BC Partners sono naufragati sulla valutazione del club, con Suning che ha dato all’Inter una valutazione di 900 milioni di euro. BC Partners avrebbe valutato il gruppo 750 milioni di euro“.
“La precaria situazione finanziaria del club richiede un’iniezione di liquidità per poter continuare ad operare sul mercato. Suning è impegnata a sostenere finanziariamente il club per quest’esercizio fiscale“.
Il Financial Times ha poi ricordato che la situazione economica di Suning è dovuta anche a “un recente giro di vite da parte delle autorità cinesi sui flussi di capitali stranieri in uscita“.
“Sebbene la società con sede a Nanjing sia riuscita a pagare 1,5 miliardi di dollari di debito alla fine dell’anno scorso, i suoi obblighi restanti sono imponenti. Il gruppo ha altri 1,2 miliardi di dollari in obbligazioni che scadono quest’anno – più della metà del suo debito totale, secondo i dati di Dealogic“.
“Zhang Jindong, presidente di Suning, negli ultimi mesi ha anche dato in pegno ad Alibaba azioni della sua stessa azienda. Questa mossa rappresenta un meccanismo comune utilizzato dalle aziende cinesi e dagli azionisti per garantire fondi per il rifinanziamento o il capitale circolante“.