Fenomenologia di Ciro Immobile
Tra incastri geografici ed emotivi, tracciamo un profilo di Ciro Immobile, attaccante della Lazio oggetto continuo di iconoclastia, ma Scarpa d'oro 2019/2020
ciro Immobile è un attaccante di cui non si può parlare ragionando sulla scorta delle emozioni più recenti.
Ne parliamo, quindi, considerandone l’intero percorso, in una sorta di fenomenologia di Ciro Immobile
Il calciatore della Lazio ha eguagliato il record di reti in Serie A (36 gol) appartenente a Higuain.
Non possiamo assegnare a Immobile uno scettro platonico di miglior attaccante al mondo, così come non potevamo parlare di fallimenti prima. Questo ragazzo è stato oggetto di ruvida iconoclastia a seguito delle due esperienze all’estero, così pure quando faticava a trovare la via del gol in nazionale.
Alla Lazio ha vinto la Scarpa d’oro e il motivo principale risiede nell’upgrade in termini di sicurezza e nel contesto cucitogli a pennello. La sicurezza in se stessi è tutto, ma per acquisirla bisogna confrontarsi con la realtà, mettersi in gioco.
Non arriva dal nulla, non la si assorbe dall’aria per osmosi.
È la costante visualizzazione mentale a darti fiducia nel tuo talento.
Così è andata con l’attaccante di Torre Annunziata.
In presenza di pressing alto e riaggressione ostinata, il centravanti biancoceleste si sente particolarmente a proprio agio.
Più adatto a giocare in contropiede che come apriscatole alla Dzeko, Immobile interpreta al meglio questo tipo di fasi di gioco.
Alla Lazio ha giocato da top player, visto il contesto messogli a disposizione.
Siamo al cospetto di un centravanti particolare, più istintivo che associativo, più forte a buttarsi nello spazio che a venire incontro. La tecnica di tiro e l’esplosività sono valorizzate dal tipo di gioco proposto da Inzaghi. Questi sono presupposti necessari affinché un centravanti con queste caratteristiche venga messo in condizione di poter segnare.
Pertanto, potendo contare su Luis Alberto o Correa, ma anche su una spalla come Caicedo, il centravanti ex Torino può sfruttare al meglio queste sue peculiari caratteristiche.
Da tecnico flessibile, Inzaghi ha modellato la squadra sulla forza del centravanti.
Grazie ad un sistema tattico che si sposa a menadito con le sue caratteristiche, Immobile si esalta ed esalta il pubblico.
Con Zeman, diametralmente opposto rispetto ad Inzaghi, il bomber, allora al Pescara, riusciva a far valere il suo strapotere atletico e realizzativo.
Tutti questi sistemi avevano però il denominatore comune di metterlo al centro del gioco.
Fallimento con il Borussia? Non è esatto. Non bisogna dimenticare che in Champions con la maglia del BVB Immobile segnò 4 gol nel girone. Uno di questi gol arrivò con un’azione personale strepitosa. Nel gioco di Klopp, Immobile sembrava perfetto e sarebbe stato perfetto se Klopp avesse allenato in Italia. L’incastro geografico è venuto meno, così come quello emotivo.
La scarsa integrazione nello spogliatoio e nel Paese lo hanno relegato ai margini della rosa dopo l’ottimo inizio.
Inserito nella sua comfort zone, Immobile è efficace in una pluralità di sistemi di gioco. Con i giusti incastri emotivi può fare la differenza anche ad altissimi livelli. Nella prossima stagione avremo la prova del nove, in Champions, con una squadra nella quale è il Re. Finora ha dimostrato di essere un grandissimo attaccante all’interno di un determinato confine. In Champions con la Lazio sarà chiamato a sovvertire questa sorta di status quo che gli hanno affibbiato.
Vincenzo Di Maso