Titolo: Napoli e l’idiosincrasia ai terzini sinistri
Il difficile rapporto tra la dirigenza del Napoli e i terzini sinistri
O Aurelio De Laurentiis e Giuntoli da bambini sono stati bullizzati da qualche terzino sinistro o l’atteggiamento sul mercato nel ruolo non si spiega. Da novembre 2017, dall’infortunio di Ghoulam, logica imporrebbe un acquisto nel ruolo, per dar manforte a Mario Rui, autore di prove alterne.
Son circolati i nomi di Grimaldo, che da promessa del Benfica sta diventando vecchio, di Theo Hernandez, Reguillon. Ora è il turno di Emerson Palmieri e Reinildo del Lille, ma sicuramente dimentico qualcuno. Negli anni alla fine la società ha optato rendendo Hysaj, uno e trino.
Il terzino ex Empoli talvolta ha anche offerto un buon contributo, ma manco si fosse vendicato il Dio del pallone, nel momento topico della stagione, ha messo pesantemente la sua firma sui pareggi interni del Napoli, con gravi errori di posizionamento sui goal di Nandez per il Cagliari e Faraoni per l’Hellas. Ora Hysaj ,privo di contratto, sembra destinato ad altri lidi, quindi Peppiniello i terzini da comprare passano a due, ma iniziano a circolare voci inquietanti, su D’Ambrosio, Zappacosta. Voci inquietanti non per il valore in sé dei giocatori, quanto all’idea di prenderli per utilizzarli anche a sinistra, senza prendere uno specialista nel ruolo.
O’ sparagno non è mai guadagno… Gli aedi del padre di Edo già iniziano a raccontare di uno Spalletti entusiasta della rosa, che al massimo vorrebbe D’Ambrosio, come se poi un Wijndal dell’Az gli facesse schifo…
C’è il timore di leggere nei primi giorni di Dimaro di un Ghoulam in grande spolvero, non perché non vogliamo il bene dell’algerino, ma perché troppo spesso si è dato per in perfetta forma Faouzi, che purtroppo dal maledetto match con il City, non offre più nessuna garanzia. Il Napoli con un nuovo mancino sarebbe costretto ad avere tre terzini, visto il contratto lungo ed oneroso di Mario Rui, praticamente invendibile salvo miracoli dovuti al matrimonio di Sarri con la Lazio.
Capiamo le difficoltà del Napoli, ma un club che l’anno scorso non si è creato problemi nel cominciare una stagione con cinque centravanti, compresi Llorente e Milik, per complessivi ventisei, ventisette milioni di stipendio spalmati sul ruolo, compresi Osimhen, Dries e Petagna, non può per l’ennesima stagione arrangiarsi nel ruolo, pagandone poi le conseguenze nei momenti clou dell’annata