di Liberato Ferrara
Sarri ha detto no alle proposte di De Laurentiis
De Laurentiis ha fatto una proposta a Sarri, il tecnico azzurro l’ha rifiutata. Il problema non è di carattere economico, ma tecnico, l’allenatore vuole garanzie che il presidente non vuole dare. Il numero uno della società azzurra ha proposto un progetto nuovo, che parta da giovani interessanti, e che prevede almeno una cessione importante, magari più di una. Situazione in stallo, che si sbloccherà in ogni caso ad aprile. Se ad aprile non dovesse arrivare l’annuncio del rinnovo sarà divorzio, anche se la comunicazione ufficiale arriverà a fine campionato. Tranquilli però: la vicenda non avrà alcun riflesso sulla squadra, che continuerà a dare il massimo. In ogni caso il presidente azzurro non è molto ottimista sulla possibilità di prolungare il rapporto col suo allenatore.
La situazione al Napoli è questa, possiamo affermarlo senza tema di essere smentiti. Tranquilli, non abbiamo alcuna fonte privilegiata. Ma a volte basta ascoltare e usare la testa per arrivare a verità semplici. Lo stesso criterio che abbiamo utilizzato qualche settimana fa dicendo che il rinnovo di Sarri era tutt’altro che scontato. E che il fatto che avrebbe firmato durante la sosta del campionato era una pia illusione. A volte usare la testa vale più di mille informatori nelle segrete stanze.
Il problema non è l’ingaggio, ma il progetto
Come siamo arrivati a queste convinzioni in disaccordo con quanto scrivono o dicono tutti gli altri. Semplice logica: anche se è giusto dire che siamo avvantaggiati, rispetto ad altri possiamo usare il cervello, e dire quello che pensiamo.
Un mesetto fa dicemmo che l’accordo era lontano: se fosse stato vicino l’avrebbero annunciato immediatamente, anche per dare una bella spinta alla squadra. L’accordo non c’era, quindi era follia pensare che sarebbe stato tutto risolto durante la sosta.
Secondo punto: De Laurentiis ha proposto un contratto ed il tecnico non l’hanno accettato. Lo ha detto praticamente lo stesso presidente ieri, quando ha sfidato il suo allenatore ad accettare la scommessa. Il dissenso è sul progetto tecnico, non sull’ingaggio. Tutti parlano di un problema sulla cifra: ridicolo. Ammesso e non concesso che possa esserci una differenza di 1,5 milioni netti, 2,5 offerti, 4 richiesti, al lordo si tratterebbe di 3 milioni, più o meno l’1,5 % del fatturato, inezia. Per altro De Laurentiis era pronto ad offrire quella cifra a Mazzarri 5 anni fa, lo farebbe tranquillamente anche col tecnico attuale. Il problema è di programma: quello prospettato non piace all’allenatore azzurro. Il presidente l’ha sfidato ad accettare la scommessa, sottolineando il fatto che lui non ha mai sbagliato un colpo in passato.
De Laurentiis ha capito che Sarri andrà via
Terzo punto: il patron azzurro è quasi rassegnato a perdere il suo allenatore. La frase chiave è “se poi viene qualcuno che paga la clausola non possiamo fare nulla”. Quindi sa che qualcuno lo farà, magari il tecnico lo ha già comunicato. Un solo appunto: la clausola che permette a Sarri di liberarsi non è piovuta dal cielo, l’ha voluta il presidente. Non sarebbe male ricordare questo fatto, sembra quasi che Adl l’abbia subita. Parlare della clausola (che lui vuole) gli serve solo per giustificare la partenza: non è colpa mia. Stesso discorso fatto a suo tempo con Lavezzi, Cavani e Higuaiin.
Sarri non può aspettare la fine del campionato
Ammesso e non concesso che Sarri non abbia già annunciato il suo addio, la decisione non la prenderà a fine campionato. La serie A finisce il 20 maggio, la clausola ha valore fino al 31 maggio. Non si decide all’ultimo momento, col rischio poi di restare, con l’ingaggio vecchio. La decisione al massimo entro la fine di aprile: dopo sarebbe troppo tardi.
Ultima considerazione: questa diatriba non influirà minimamente nella corsa scudetto. I giocatori sono concentrati al massimo, sono restati tutti proprio per provare a vincere il titolo. Di certo non si lasceranno distrarre. Per altri molti di loro pensano di andare via, ma adesso conta solo provare a vincere lo scudetto.