Napoli-Carpi, primi segnali di Ancelottismo

 

 

di Valeria Iuliano

 

 

L’avvento di Carlo Ancelotti ha già spazzato via un certa filosofia di gioco che al Napoli ha comunque dato grandi soddisfazioni in termini di interpretazione della manovra. Il possesso palla è sempre una priorità, ma ha come obiettivo una maggiore ricerca della profondità, riducendo al minimo la sterilità del possesso, volta solo a liberare spazi, per premiare soltanto in un successivo momento la realizzazione.
Il possesso palla ora diviene uno strumento indiretto di “difesa”, ma soprattutto il mezzo attraverso il quale premiare la ricerca della profondità.
Per valorizzare questo principio di tattica collettiva di attacco, Carlo Ancelotti predilige: una maggiore distanza tra i reparti ed una manovra espressa su più linee di gioco.
Automaticaticamente, anche gli avversari saranno indotti a essere meno “compatti” e ciò favorirà la manovra d’attacco partenopea, in quanto ci saranno maggiori spazi da attaccare con e senza palla.
La scelta di avere maggiore distanza tra i reparti ha, a mio avviso, indebolito il Napoli in chiave tattica collettiva, soprattutto di difesa. Da un lato questo aspetto può essere uno svantaggio enorme, principalmente quando si incontreranno squadre minuziosamente organizzate nelle due fasi (pochissime), seppur inferiori sulla carta, o quei team i cui valori individuali saranno estremamente superiori rispetto al Napoli (di almeno due categorie superiori).
In altra ottica, però, questa scelta premia l’individualità e l’evoluzione dell’individuo stesso nelle scelte che fa in campo. Si è visto già da queste prime apparizioni, soprattutto contro il Carpi: i giocatori del Napoli non evitano più i duelli, semmai affrontano gli avversari con sfrontatezza e maggior consapevolezza dei propri mezzi.
Ancelotti è uno slogan alla tecnica e alla tattica individuale: i giocatori saranno quindi messi nelle condizioni di dover fare affidamento al proprio talento, di dover risolvere le diverse situazioni di gioco ricorrendo principalmente all’iniziativa individuale. Sarà premiato il giocatore di talento, con più estro e non il calciatore-soldatino che esegue pedissequamente lo schema, sotto precise indicazioni del tecnico. Si creeranno quindi le condizioni per lasciare i propri uomini liberi di sperimentare.
Quell’imprevedibilità che spesso è mancata al Napoli di Sarri…

*Imprevedibilità (principio di tattica collettiva in fase di possesso palla), da non confondere con “improvvisazione”

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