Di Valeria Iuliano
“Voi pensate che nel calcio con piedi, contrasti e altro vincono gli schemi? Allora paghiamo gli schemi e diciamo che Messi non vale niente, Ronaldo idem e Higuain idem.
Non si guardano i gesti tecnici ma gli schemi, questo è il male del calcio italiano, solo schemi! Conta una buona organizzazione difensiva, ma i campioni e il gesto tecnico vanno elogiati. Ma andate avanti così, esaltate lo schemino e non guardate i campioni. Bravi!” cit. Massimiliano Allegri.
In queste parole, si comprende perché Allegri è stato esonerato ovunque, in particolar modo da società medio-piccole. Il tecnico dovrebbe ricordarsi che nel calcio esistono due fasi, non soltanto quella difensiva, ed entrambe andrebbero curate in egual maniera (oltre ai tempi di transizione!).
Gli schemi, in accezione dispregiativa secondo Allegri, servono per colmare lacune individuali e acquisire pericolosità agli occhi degli avversari: il calcio è un gioco situazionale, ove la squadra – in termini sia collettivi sia nelle singole unità individuali – è chiamata a trovare soluzioni per non subire attacchi avversari e per andare facilmente alla realizzazione.
Ho parlato quindi di squadra in ottica individuale e collettiva: se le qualità individuali non sono eccelse, è chiaro che l’aspetto didattico diventa determinante, per sopperire appunto alla mancanza di qualità nei singoli.
Ciò non vuol dire che i grandi talenti debbano essere sminuiti: certo, della triade menzionata (Messi-Ronaldo-Higuain) vi inviterei a trovare l’intruso, ma questo è un altro conto.
Così come gli schemi non debbano ingabbiare i talenti, semmai esaltarli nelle loro migliori caratteristiche.
Ritengo le parole di Allegri offensive verso i tanti allenatori, soprattutto delle serie minori, che trascorrono intere giornate sui campi per migliorare i ragazzi e, attraverso il lavoro, portare a casa i risultati sportivi prefissati.
Sono altresì convinta che questa risposta sia figlia dell’esasperazione, di una stampa che elogia Sarri e il suo straordinario capolavoro didattico: è chiaramente frustrante per un allenatore, che dispone di 200 mln in più di giocatori rispetto al diretto collega-concorrente, non aver trovato una briciola di organizzazione collettiva in fase di possesso palla, al contrario di chi ha proprio esaltato il collettivo, e vedersi spiattellare ogni volta la verità in conferenze stampa e interviste.
Sono affezionata all’Allegri-gestore e “lettore” tattico (non sto parlando di un hardware!), per cui gli auguro di trovare a breve un top club (al pari di Juventus, Manchester City, Barcellona, Bayern Monaco etc.): non oserei, quindi, immaginare il suo “calcio” senza campioni.
“It would be darker than midnight”, Mister Allegri!