Juventus karma

 Di Valeria Iuliano

Juventus karma

La partita Real Madrid-Juventus, valevole per il passaggio in semifinale di Champions League, ha coinvolto l’intera Italia calcistica e non solo.
Fino al 93esimo minuto, la Juventus ha onorato il calcio italiano e di questo le va dato merito; dopo ha avuto la brutale abilità di spazzare via quanto di buono fatto sin lì in partita.
Una serie di episodi post-match ha evidenziato degli aspetti incontrovertibili, che gran parte della stampa nazionale occulta, per propri interessi economici e professionali.
Ciò che è accaduto negli studi Mediaset è quanto di più disonesto possa accadere da chi fa informazione: non si è mai vista una simile strumentalizzazione di un episodio calcistico, valutandolo da un’unica prospettiva, da un solo fermo-immagine.
Cosa differente è successa negli studi Sky. Alessandro Del Piero, uomo di sport, di un calcio che forse non esiste più, ha dichiarato quanto tutti abbiamo visto: l’esistenza del fallo da rigore.
Alla pulita immagine del Pinturicchio si è contrapposta la presunzione, l’arroganza, di un uomo che non può permettersi di fare agli altri la morale: lui è Gianluigi Buffon.
Riporto alcune delle sue dichiarazioni relative all’arbitro Oliver.

“Non puoi avere il cinismo di distruggere il sogno di una squadra che ci ha messo tutto quello che doveva. Un essere umano non può decretare l’uscita di scena di una squadra, vuol dire che al posto del cuore hai un bidone dell’immondizia. È un qualcosa di eclatante. A prescindere da quello, se non hai la capacità per arbitrare partite del genere te ne stai in tribuna con tua moglie e i tuoi figli e ti guardi lo spettacolo con patatine e fruttini. Non puoi distruggere tutto perché non hai il coraggio di stare a questi livelli. Detto questo, il Real Madrid è stato più bravo di noi, rivincerà la Champions, per me è sempre un onore affrontare questi giocatori, a cui faccio tanti complimenti. Stasera meritavamo almeno di andare ai supplementari”.

Buffon-patatine-Juventus

 

 

 

 

 

 

Per quanto io possa umanamente comprendere lo sfogo del momento, con queste dichiarazioni è stata lesa l’immagine personale e professionale di un uomo che ha applicato alla lettera il regolamento di gioco, senza farsi influenzare dal momento, dalle pressioni: ha dimostrato molta più personalità di quel che crede il numero 1 bianconero. In quella circostanza, sorvolare – ai danni dei blancos – sarebbe stato molto più semplice, per la sua carriera di arbitro: consentire i supplementari avrebbe deresponsabilizzato se stesso da quello che era il suo ruolo, ossia applicare il regolamento di gioco. Mi aspetto sanzioni severe, le stesse che giocatori e dirigenti di club minori hanno subìto per le stesse azioni.

Buffon, relativamente alle parole proferite all’arbitro prima dell’espulsione, ha affermato:

“In quel momento lì avrei potuto dirgli di tutto, ma lui deve avere la sensibilità per capire. Se non ce l’hai te ne stai in tribuna e dici di non farcela ad arbitrare certe partite. Non è una questione di saper arbitrare. Deve aver visto almeno l’andata, poi al ritorno su una cosa simile sei un po’ più sereno. Siamo partiti dicendo di avere lo 0,000001 % di possibilità di farcela, ma nella vita non si sa mai. So di poter contare su un gruppo di ragazzi che può fare questa impresa. Non avevamo la presunzione di ribaltare il risultato, ma c’era questo sogno. Sono fiero di far parte di questa squadra di uomini simili. C’è rammarico ed arrabbiatura. Poi è una questione di sensibilità dell’arbitro, ripeto. Non sai veramente un cazzo. Mi è dispiaciuto lasciare la squadra in dieci. Da domenica dovremo tornare furiosi nel campionato, non riesco a trovare altri aggettivi”.

In tali dichiarazioni vi sono tante verità e non sull’arbitro Oliver. Indirettamente Gigi Buffon ha raccontato che Oliver non sapesse chi era lui e la sua squadra, facendo intendere che un direttore arbitrale normalmente debba saperlo. Ecco la conferma della famosa sudditanza psicologica degli arbitri italiani verso la Juventus, confermata in passato dallo stesso ex presidente dei bianconeri.
Per quale ragione nessuno ha approfondito col portiere della Nazionale Italiana di Calcio il concetto di sensibilità?
Qualche mio collega avrebbe dovuto esordire così dopo la sua risposta (io lo avrei fatto!): “Pechino, Supercoppa italiana, agosto 2012: lì trovò sensibile l’arbitro Mazzoleni nei confronti di Goran Pandev?”.
Peccato che questa domanda avrà sempre delle sembianze utopiche, ma spero – un giorno – di poter farla diventare realtà.

Pandev-rosso-arbitro mazzoleni-pechino-Juventus

 

 

 

 

 

 

Non sarà probabilmente questo il concetto di sensibilità che Buffon ha voluto palesare ai microfoni di Mediaset.
Sicuramente non avrà inteso neppure quel sentimento che avrebbe dovuto provare nei confronti di un avversario leale come l’AC Milan, guidato dal suo attuale allenatore: “se me ne fossi reso conto non avrei dato una mano all’arbitro”, dichiarò in occasione del gol-fantasma di Muntari, sul quale nacque l’era Conte.

gol fantasma di muntari-Juventus

 

 

 

 

 

 

L’estremo difensore della Nazionale non avrebbe aiutato l’arbitro in quella circostanza, un collega di quell’arbitro però – diversi anni più tardi – avrebbe dovuto aiutare lui e la sua squadra per accedere alla semifinale di Champions League.

Caro Buffon, prima di sviscerare il concetto di sensibilità, forse avresti dovuto approfondire quelli di karma e coerenza.
Coerente in effetti lo sei stato: non poteva esserci annuncio d’addio al calcio più conforme al personaggio Buffon.

La folla grida un mantra,
l’evoluzione calcistica inciampa,
l’Italia sportiva nuda balla,
Juventus’ karma…

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato.