di Marco Bruttapasta
Atalanta: voto 9
I bergamaschi conservano tutti i big, magari con l’aiuto del Covid e aggiungono tasselli funzionali al calcio di Gasperini. Lammers,Miranchuk e Romero possono dare tanto. De Paoli e Piccini possono non far rimpiangere la cessione di Castagne, alternativa ai due armadi sulle fasce, Hateboer e Gosens. In un torneo equo i bergamaschi sarebbero da scudetto.
Benevento: voto 6,5
È mancato forse il colpo in grado di infiammare il tifo giallorosso da parte del duo Vigorito-Foggia, ma in compenso sono arrivati giocatori di livello che possono consentire ai sanniti di conservare la categoria in attesa di stagioni più ambiziose. Non sono arrivati i sogni Gervinho e Quagliarella, ma in compenso i vari Glik, Ionita, Barba, Lapadula e Caprari conoscono bene la categoria ed hanno già consentito ai giallorossi di accumulare punti preziosi.
Bologna: voto 6
Sabatini vince la concorrenza di Bayern ed altri club importanti per assicurarsi il terzino scozzese Hickey, che sembra poter raggiungere in futuro quotazioni alte. Entra in rosa il baby Vignato, tra i più interessanti in Italia. Non riesce il colpo Supryaga, resiste all’assalto del Milan per Tomyasu. Mihajlovic non sarà contentissimo, la rosa non sembra da Europa League, ma il giapponese ed altri giovanotti come Skov Olsen, Dominguez e Schouten potrebbero crescere tanto.
Cagliari: voto 6
Giulini migliora la rosa in alcuni ruoli in cui i sardi erano molto carenti.
Zappa e Tripaldelli non saranno guandi nomi ma possono dare un grande apporto. Ottimo l’innesto di Godin. Di Francesco si intossica per il mancato arrivo di Nainggolan ma tra Rog e Nandez, richiestissimo, e il neo acquisto Marin il settore di centrocampo sembra coperto. Da vedere che contributo daranno Sottil e l’ex napoletano Ounas che in terra sarda potrebbe trovare la piazza ideale. Il Cagliari forse non farà un girone d’andata sui livelli dello scorso torneo, ma può assestarsi tranquillamente a metà classifica.
Crotone: voto 6
Il club dei pitagorici fa fin troppo per le proprie non ingenti risorse.
In difesa Magallan dalle ottime recensioni in Argentina non confermate però all’Ajax, tuttavia rappresenta un bel colpo.
Djidji dal Toro non è un fenomeno ma in A ha gà dimostrato di poterci stare. Luperto non era da Napoli ma per il livello dei calabresi può essere un valido innesto. Petriccione, ex Lecce, meritava forse piazze più prestigiose. Cigarini regalerà esperienza, come Siligardi e Rispoli. Nel complesso la salvezza appare difficile, ma i dirigenti sono stati encomiabili.
Fiorentina: voto 5,5
Commisso si piega al volere di Chiesa e lo cede senza introitare immediatamente risorse importanti. Il sostituto Callejon, sembra in fase calante da due anni e più adatto ad altri futuri allenatori. Altro vecchietto, Borja Valero, che può soddisfare i nostalgici ma che da tempo sembra il cugino del centrocampista ammirato nei primi tempi gigliati. Non arriva il centravanti, dopo le rincorse vane a Piantek e Milik, e ci si affida agli acerbi Cutrone e Vlahovic. I colpi migliori, Amrabat, già prenotato a gennaio, l’esperto Bonaventura e l’argentino Martinez Quarta. I viola debbono fare altro per inserirsi dietro le big, come nei primi anni dei Della Valle.
Genoa: voto 6
Il solito mercato alla Preziosi, con mille arrivi, ma nel tourbillon genoano qualcosa di buono ci sta: Pellegrini e Zappacosta, che con Ghiglione offrono buone soluzioni sugli esterni e il giovane Scamacca, sempre sul punto di esplodere.
Non male l’acquisto di Zajic, che ad Empoli aveva ben figurato. Rosa che può fare un campionato in linea con i precedenti, la salvezza passerà soprattutto per Pandev.
Inter voto 7,5
Prende il miglior laterale destro da 3-5-2 oggi in circolazione: l’ex madridista Hakimi. Perde Godin ma rimpingua il pacchetto difensivo con Kolarov e Darmian. Finalmente consegna Vidal al proprio tecnico e riporta a casa gli ex reprobi Nainggolan e Perisic, fresco campione d’Europa. Manca un vice Lukaku esperto e forse manca qualcosa a sinistra. Non è arrivato il sogno Kanté e resta l’equivoco Eriksen. In generale la squadra sembra da scudetto, ma la società nerazurra si e’ consegnata mani e piedi a Conte, guardando molto all’immediato tornaconto e poco al futuro. Se si vince, tutti bravi, se non si vince restano contratti lunghi e dispendiosi a giocatori già sul viale del tramonto, come il cileno ex Juve.Il tecnico salentino ha fin qui fatto bene ma anche depauperato investimenti importanti della società come il danese ex Tottenham e lo stesso Skriniar, non a loro agio negli schemi del mister. Resta il rammarico per il mancato arrivo di Tonali.
Juventus voto 5,5
La squadra resta sulla carta la più forte in Italia, ma Paratici non colma il gap con le big europee, soprattutto alla luce dell’incognita Pirlo. Serviva un centravanti ed e’arrivato il ripiego/figliuol prodigo Morata, dopo aver perso nell’ordine Milik, Dzeko e Suarez, con i pesanti strascichi di immagine legati alla vicenda riguardante l’ex Barca, studente prodigio in quel di Perugia. Porta a casa Chiesa, già juventino nel senso lombrosiano del termine, ma l’ex viola copre un ruolo già ampiamente coperto. Arthur e McKennie per il centrocampo sono lontani dai livelli che la Juve aveva nel ruolo ai tempi del primo Allegri. Ancora carente il parco terzini, e sono state mal gestite le cessioni con nessuna risorsa ricavata dai vari Higuain, Costa, Rugani, De Sciglio e Matuidi. Resta sul groppone Khedira.
Ottimo l’arrivo di Kulusevski, ma risale già a diversi mesi fa.
Lazio voto 4,5
La Lazio torna in Champions dopo anni ed ha il merito di conservare i big. Tare e Lotito come al solito consegnano all’allenatore una squadra dove troppo grande e’ il dislivello tra titolari e riserve, stile Napoli dei tempi di Fideleff e Santana. Un anno fa la squadra fece un ottimo campionato, ma dovette di fatto abdicare all’Europa League già dai gironi. Escalante, Muriqi,Fares, Pereyra non sembrano uomini in grado di consentire a Inzaghi di effettuare troppe rotazioni in serenità. Ad inizio mercato circolavano i nomi di Kumbulla e David Silva, la delusione e’ legittima.
Milan voto 6,5
Per l’operazione Tonali meriterebbe un voto ben più alto, ma il mancato arrivo di un centrale rende molto piu’ difficile il lavoro di Pioli. Hauge, Diaz, Dalot potranno dare un contributo, ma manca un vero vice Ibra. In difesa non ci sono alternative se non Gabbia e nel complesso la squadra sembra inferiore a Juve, Inter, Atalanta e Napoli. Ergo, per risentire la musichetta ci vorrà tanto lavoro da parte del tecnico.
Napoli voto 8,5
Una delle migliori sessioni di mercato dell’era De Laurentiis.
Serviva un centravanti forte ed è arrivato il miglior prospetto giovane in Europa, dopo Haaland, il nigeriano Osimhen.
Occorreva un centrocampista al posto di Allan ed e’ arrivato uno dei giocatori più idonei al 4-2-3-1 che ha in mente Gattuso.
Già a gennaio era stato acquistato Rrhamani, in sostituzione di Luperto e Petagna, che sembra poter essere molto piu’ utile di Llorente.
Non tutti gli obiettivi sono stati centrati. Se da un lato la permanenza di Koulibaly fa felici tecnico e tifosi, dall’altro la mancata cessione del difensore impedisce l’arrivo di giocatori come Gabriel, Reguilon, Boga e Veretout che avrebbero forse avviato maggiormente un processo di totale rinnovamento della rosa.
È partito Callejon e i progressi di Lozano hanno spinto i dirigenti a non effettuare investimenti nel ruolo.
C’e’ stato il pasticciaccio Milik, con società e giocatore che non hanno favorito la cessione con richieste di cartellino e ingaggio irragionevoli. Con pretese diverse forse il polacco sarebbe stato già a Torino da tempo e il Napoli non avrebbe perso soldi utili.
Fa incazzare ma è legittimo il no di Arek all’ipotesi Fiorentina.
Non esce neppure Llorente, che ha rifiutato diverse destinazioni. All’ultimo respiro Giuntoli sfronda la rosa cedendo Younes, Ounas, Ciciretti e Luperto.
Resta l’annoso dilemma Ghoulam. Poteva arrivare il giovane Karbownik, ma alla fine il ruolo verrà occupato da Rui e Hysaj, con Malcuit che contenderà il posto di terzino destro allo stesso albanese e a Di Lorenzo.
In definitiva il Napoli che esce dal mercato presenta ancora delle criticità ma appare molto più vicino a Juve e Inter rispetto a due mesi fa.
Parma: voto 6,5
Il Parma si è preoccupato principalmente dei riscatti. Resta il neo delle mancate cessioni di Baraye, Gazzola, Dezi e Gervinho. Eppure l’ivoriano potrebbe tornare in auge. Considerando anche tutti i riscatti di Inglese, Karamoh, Grassi, Pezzella, Sepe e Hernani, in questa sessione di mercato i ducali hanno speso 76,41 milioni di euro e guadagnato 4,60 milioni. Molto intrigante l’acquisto di Cyprien, centrocampista di alto livello. Sohm è considerato una grande promessa mentre Mihaila sembra un colpo molto in prospettiva.
Roma: voto 5,5
La disorganizzazione ha imperato, con un mercato fatto sostanzialmente da intermediari. Ai giallorossi è mancata la figura di un DS e ne hanno risentito le transazioni. Il pasticcio Smalling è stato risolto al fotofinish. Sono rimaste le falle dell’esterno destro, del centrocampista e del vice Dzeko (Mayoral non è un centravanti puro e segna pochissimo). Nota di merito il fatto che non è stato venduto nessuno, così pure il rafforzamento della difesa. Kumbulla gran colpo.
Sampdoria: voto 7
Usato sicuro per Ferrero, con Candreva, Keita Baldé e Adrien Silva che sono tanta roba per questi livelli. Damsgaard prospetto molto interessante. Da rivedere invece la difesa, piuttosto debole. Sono mancate le ciliegine sulla torta
, soprattutto nel reparto arretrato, mentre l’arrivo di Llorente non avrebbe guastato.
Sassuolo: voto 7
Locatelli, Boga, Berardi, Djuricic, Caputo sono permanenze fondamentali. Ayhan non è un campione ma aiuterà il pacchetto arretrato. Maxime Lopez, titolare nel Marsiglia, è un buonissimo colpo. Eppure il pacchetto arretrato avrebbe avuto bisogno di un ulteriore rinforzo per poter puntare alla zona Europa League.
Spezia: voto 5
Zoet, Mattiello, Farias, Chabot e Deiola, Ismajli sono tutti calciatori di esperienza, ma il livello dei nuovi è al massimo da salvezza. Metà squadra titolare non è da Serie A e la base è piuttosto bassa. L’attacco sarà sulle spalle di Galabinov. Intriganti gli acquisti di Agudelo e Agoumé. Il problema è dato dal fatto che per dei calciatori così giovani è difficile inserirsi in un contesto in cui bisognerà lottare con le unghie e con i denti.
Torino: voto 4
Cairo decide di affidarsi a Gianpaolo e di fatto non consegna al tecnico due pedine essenziali alle idee tattiche dell’ex mister di Empoli e Samp. Nel ruolo di regista una ridda di nomi: dall’utopico Torreira al promettente Vera, salvo poi riciclare Rincon, non esattamente un metronomo. Sulla trequarti perde per pochi soldi di stipendio in più Ramirez e rischia sul giovane Gajac. Alla fine arrivano due buoni terzini sinistri, Rodriguez e Murru e un interno già avuto dal tecnico abruzzese, Linetty. L’innesto migliore potrebbe essere Bonazzoli, cresciuto molto nel finale della scorsa stagione. Non partono gli scontenti, in primis Izzo, in teoria poco congeniale al calcio proposto dal nuovo tecnico.
Udinese: voto 7,5
Una volta tanto i tifosi friulani ,che da tempo accusano i Pozzo di disinteresse causa le energie profuse nel Watford, possono gioire per la cuginanza con il club inglese.
La retrocessione del club in Championship ha favorito l’arrivo in Friuli di giocatori come Pereyra e Deulofeu, che innalzano di molto il tasso qualitativo della rosa. Marino ha resistito a tutte le offerte per De Paul, confermando anche altri giocatori appetiti come Lasagna e Musso. Non si intravedono all’orizzonte talenti a costo zero, come ci aveva abituato il Marino di una volta, ma nel complesso la rosa appare più ampia e qualitativa.
Verona: voto 5
La squadra che ha incantato per gioco e intensità nello scorso torneo è scomparsa. Partiti Rrhamani, Amrabat, Kumbulla e Pessina, i nuovi non sembrano poterne eguagliare i picchi di rendimento. Sembra meglio fornito l’attacco, con Kalinic e Favilli, mentre a centrocampo Barak, Benassi, Vieira e l’atalantino Tameze proveranno a non far rimpiangere Amrabat e Pessina.
In difesa da seguire Cetin e Ceccherini. Juric è’ una garanzia, ma sulla carta la rosaè da salvezza senza i desideri di Europa dell’ultima stagione.