Chapeau, Napoli!

 

 Di Valeria Iuliano
Spesso ci si dimentica che gli allenatori e i giocatori sono prima di tutto uomini, per natura imperfetti. Se la componente tecnico-tattica è importante nel calcio, quella psicologica è addirittura fondamentale.
Il Napoli è entrato in campo con la consapevolezza che il campionato fosse terminato esattamente ieri sera. Ci sono dinamiche psicologiche che vanno riconosciute tempestivamente, per evitare danni peggiori in seguito.
A Sarri ora spetterà un compito ben più duro rispetto al passato: provare a ridare motivazioni ad un gruppo svuotato, che ha dato tutto per il raggiungimento del maggiore obiettivo sportivo, al fine di terminare al meglio questa stagione agonistica.
Posso non condividere razionalmente quanto accaduto, soprattutto in considerazione del calendario della Juventus, ma ho il dovere di comprenderlo: si è andati oltre le umane aspettative, al di là delle proprie possibilità, gettando il cuore oltre l’ostacolo.
Commovente Allan che, dinanzi ad un crollo prima di tutto psicologico della squadra, ha lottato per ogni singolo compagno.
Gli errori ci sono stati, da parte di Sarri e di alcuni uomini, ma ad oggi sarebbe ingeneroso evidenziare i demeriti, di gran lunga inferiori rispetto a quanto fatto sin qui da tutti.
Dopo anni di monotonìa agonistica nella massima serie del nostro calcio, il Napoli ha ridato dignità ad un movimento calcistico che nel 2006 ha conosciuto il punto più basso della sua storia, in merito ai valori dello sport.
Le ultime vicende hanno indotto tutti, me compresa, a credere che il calcio sia ancora inflazionato da aspetti negativi che nulla attengono allo sport.
Solo il tempo ci dirà se Calciopoli avrà avuto un seguito da quel, forse, non troppo lontano 2006.
Tutti in piedi ad applaudire gli Azzurri, per aver regalato emozioni infinite ad un popolo che mai ha smesso di sognare.

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