AFRONAPOLI BATTUTO, ma che non si esulti troppo…

 

Serata al Kennedy per l’Under 18 tra l’Internapoli di Lucio Nugnes e l’Afronapoli, due squadre lontane dal vertice ma che inaugurano il girone di ritorno con velleità rinnovate.
La mia Internapoli, “forte” del 9-0 subito a San Felice a Cancello, dove i ns ragazzi hanno fatto due cose in maniera sublime: scivolare sempre, grazie ai tacchetti di gomma (quelli col cavolo che cadevano su un campo di fango con erba, tutti chiodati), saper fare in modo sublime la tattica del fuorigioco, allineandosi perfettamente sulla linea di centrocampo…
Piccolo particolare però: la federazione ha mandato un arbitro reclutato in fretta e furia, tal Rosario Vattelapesca (non dirò mai il cognome neanche sotto tortura, poverino), di età indefinita (tra i 17 e i 20 anni), altezza e peso pure (più largo che alto), dalla corsa fluida alla Iannicelli, palesemente dal gran futuro, a cui non hanno spiegato la regola del fuorigioco.
I furbacchioni di San Felice (bella
squadra, bravo ed educato il tecnico Gifuni), capito che alla lettera F del regolamento il povero arbitro non c’era arrivato, hanno giocato con il famoso schema “dell’impustore”: tre attaccanti nella metà campo avversaria ad aspettare il lancio e correre verso il povero Giorgino che, non abituato a giocare a hockey nell’uno contro uno, ne ha beccati 8 di cui 5 in fuorigioco (ed uno su spinta irregolare, ma sono dettagli). Un solo fuorigioco fischiato ai forti attaccanti locali, nell’unico caso in cui non c’era!
Ma evidentemente l’arbitro si è pentito, perché poi ha omologato il 9-0 anche se i gol erano otto.
La parola che gli abbiamo profferito dagli spalti, un po’ urlata per lo vero, in maniera ricorrente è stata: fenomeno! Perché siamo personcine educate.
Ma la colpa, ed ora sono serio, non è di questo povero ragazzo ma di una federazione che sta – come con i preti la Chiesa Cattolica – subendo una crisi di vocazione e recluta “la qualunque”, mandando allo sbaraglio ragazzini diciassettenni, a 30 euro a botta, palesemente inadeguati (però i contributi le società li pagano eccome alla federazione per presunti servizi).
Dicevo quindi che il nostro mister Lucio, forte di zero punti in casa in tutto il girone d’andata (una vera roccaforte il Kennedy che di sera brilla per nebbia e gelo, giusto per sentirci un po’ meneghini e che nessuno si azzardi a dare dei terroni alla corazzata del presidentissimo D’Auria, ex portiere pure lui), e ben 7 punti in trasferta con due vittorie nei posti più chic (Posillipo e Ischia), folgorato sulla via di San Felice a Cancello, mi chiama e fa: vinciamo! Io di rimando rispondo: ma certo! Ma io – se si tratta di Giorgio e del Napoli – dico sempre: vincere e vinceremo, perché l’ottimismo della volontà deve sempre prevalere sul pessimismo della ragione (salvo essere poi perculato dai siti juventini che mi omaggiano, bontà loro, di tanta attenzione ed altrettante contumelie, tutte stellette sulla mia giacca).
Ma l’Afronapoli, sarà per il richiamo della belve feroci e carnivore della grande terra a cui si riferiscono, sarà perché sono belli tosti, pensano di fare dei nostri pupi un sol boccone.
Arbitro della gara una ragazzina alta un soldo di cacio, uno scricciolo di donna, probabilmente minorenne, ma sveglia da morire (la incrocio prima della gara), e brava più di cento maschi. Lei il regolamento lo ha letto tutto.
Però nel secondo tempo non vede una spinta del gigantesco vatusso numero nove al nostro terzino che precipita in testa a Giorgino in uscita bassa, che perde palla per toccarsi la testa (Giorgiooooo, la palla non si molla manco sotto torturaaaaa! Grido tra me e me digrignando i denti ma non un suono esce dalla mia gola), ed il vatusso fa gol mentre si aspetta il fischio della signorina che nulla dice.
Proteste, pacate, e gol convalidato.
Ma il “mio” numero dieci, quello con la capa per spartere le recchie, al secolo Simone Varriale appena rientrato da squalifica e di nuovo ammonito giusto per non perdere l’abitudine, poiché a pallone sa giocare (oltre che essere un ragazzo simpaticissimo), fa fesso su punizione quel gran portiere di Sepe (complimenti! Davvero bravo) che nel primo tempo si era opposto ripetutamente alle cannonate di Festa, gran giocatore al cospetto di Dio (ve l’ho già detto l’altra volta).
E giusto per ricordarci che il capitano è lui, il forte Gemma tocca uno dei tre palloni della sua gara e fa gol in diagonale.
Ribaltato l’Afronapoli.
E qui accade una cosa che non mi è piaciuta per niente.
Buttiamo palla in fallo laterale per soccorrere Varriale con i crampi.
Loro non restituiscono palla in area di rigore ed il nove, sempre lui, va al tiro a botta sicura.
Esempio di FairPlay proprio esagerato! Ma poiché Dio è grande, la palla va fuori, a scuorno di tutti quelli che incitavano a non restituire palla.
Ed io una ramanzina educativa a sto ragazzo ora dai vertici dell’Afronapoli, così sensibili nel cacciare le ragazze perché non rispondenti ai loro valori, me l’aspetto e pure delle scuse pubbliche, perché i valori o sono sempre tali o non lo sono mai.
Resistiamo e Giorgio ci mette il suo, parando e sbuffando, mischie su mischie, ed alla fine si va al recupero.
Nugnes, che è tarantolato, rischia l’infarto, e chiede il tempo all’arbitro che fa: finita ma devo dare il recupero.
Arbitro, se dà 4 minuti muoio qua a terra, implora Lucio. L’arbitro ha pietà: ne dà due. A Lucio portano i sali, Luca e Niccolò guidano la linea Maginot alla vittoria, triplice fischio, Kennedy espugnato, Giorgio si stende a terra e batte i pugni di gioia manco fosse al Wanda (non Nara, ma il Metropolitano di Madrid dove si gioca la finale di Champions League), io stringo i pugni per fatti miei ed urlo con quanto fiato ho in gola “siiiiiiiiii” manco fossi in campo io, e per poco… non le prendo, perché un sedicente sportivo genitore di un afronapolese si incazza che ho esultato e mi affronta a brutto muso “ma che cazzo hai vinto, sti giornalisti di merda”.
Io ho reagito prima a muso duro, poi gli ho stretto la mano e l’ho baciato, poi me ne sono andato a fare il mio collegamento tv smadonnando che
manco posso esultare per fatti miei senza offendere nessuno: con l’Afronapoli non sono fortunato evidentemente. Eppure condividiamo gli stessi valori. Ma questo al gentile genitore che se ne va in puzzo per la sconfitta ed è sportivo come Sarri con Guardiola non sta bene, e mi lascia con questo brillante pensiero: chist song ‘e giurnalist ‘e Napoli.
Già, gente che si esalta per la vittoria di una piccola Under 18.
Ma è la mia grande Juniores di Mister Lucio, e dei nostri 10 punti ne vado orgoglioso! E pure DS Peppe Matacena che chiama per complimentarsi!
Lo sport è rispetto, rispetta lo sport.
Fa niente che ho rischiato le mazzate. Chissà che diranno stavolta all’Afronapoli: sempre quel provocatore rompicoglioni di Umberto Chiariello…

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