Game Over? Applausi.

 L’editoriale di Umberto Chiariello

Campania Sport in onda su Canale 21 del 15 aprile 2018:

Game over?

Chi giocava a flipper negli anni ’70 -’80, se lo ricorderà: finivano le palline e usciva la scritta GAME OVER, il gioco è finito. Non ce n’è più.

A 6 turni dalla fine 6 punti da recuperare. Nella storia del calcio ci sono stati fatti ed imprese clamorose, anche alla Juve successe una volta di essere rimontata in maniera clamorosa proprio da una Lazio che, in un giorno di pioggia a Perugia con Collina arbitro, riuscì a sottrarle uno scudetto che sembrava impossibile: parliamo dell’anno del Giubileo, il 2000.

A questo ci dobbiamo attaccare? Alla famosa frase che ho spesso citato “che è finita solo quando è finita“, “finché la matematica non ci condanna“? Tiriamoli fuori tutti i luoghi comuni che possiamo.

Fatto sta che oggi Donnarumma murando Milik all’ultimo minuto di gara con una parata strepitosa ha forse spento i sogni di gloria di questo Napoli.

Forse, ripeto, perché non c’è certezza.

Dopo mercoledì c’è la partita che non è più la madre di tutte le battaglie (usiamo questi linguaggi guerreschi che veramente dovrebbero essere aboliti dallo sport e dal calcio perché poi la guerra vera vediamo qual’ è, quella in Siria per esempio), ma diventa una partita che può riaprire un campionato chiuso.

E allora partono i processi.

Già da stasera De Laurentiis è sul banco degli accusati perché poi molti fanno notare che il Napoli pareggiando a San Siro forse ha perso il treno-scudetto ma è praticamente ad un passo dalla qualificazione matematica in Champions League per l’ennesima volta, che è lo “scudetto del bilancio”, quello che interessa a De Laurentiis.

Ma io dico che “lo scudetto del bilancio” non è solo di De Laurentiis ma è anche lo scudetto della gente; vorrei farvelo capire una volta e per tutte e sapete perché?

Perché se il Napoli non va in Champions, per come è strutturato attualmente il Napoli economicamente, ci rimette dai 50 ai 60 milioni, accumula perdite per 50-60 milioni.

Voi dite: perché mai?

Ve lo spiego: Il Napoli, contrariamente a quello che voi pensate – e cioè che non ha speso, non ha fatto, non ha detto – per essere competitivo ad alto livello ha elevato la sua capacità economica al limite massimo consentito perché questa estate il Sig. De Laurentiis – che io non ho il piacere di conoscere personalmente (questo lo dico a scanso di equivoci e non è excusatio non petita, accusatio manifesta, è che proprio non lo conosco), che però analizzo e studio – cosa ha fatto?

Su richiesta del suo allenatore gli ha confermato tutta la squadra, non facendo come la Roma che si è tolta un pezzo da novanta come Salah,  e ha rinunciato a moltissimi soldi di plusvalenze che avrebbe potuto fare; e non solo si è tenuto tutti i giocatori, ma ha anche rilanciato perché ha aumentato il monte ingaggi in maniera esponenziale per tenerli tutti, dando stipendi da 3,5 milioni, 4 milioni, 5 milioni, cosa che non ha mai fatto in passato, portando il monte salari a oltre 100 milioni di euro e portando gli ammortamenti a oltre 50 milioni.

Cioè dovete capire che oggi il Napoli, solo per la gestione del parco calciatori, tra ammortamenti e stipendi, ha 150 milioni di spese per esercizio, che è più del suo fatturato strutturale (130/140 milioni). Per fare la gestione complessiva – tra giovanili, allenatori, dirigenti, impiegati, centro sportivo, fitti, viaggi e tutto quello che è la gestione di un anno – il Napoli spende 200 milioni all’anno, e quindi ha bisogno di incamerare almeno 200 milioni all’anno.

Come li incamera? Con i 140 che sono il suo fatturato strutturale più i 60 che gli arrivano dalla partecipazione ai gironi della Champions League. Senza di quelli il Napoli perde 60 milioni. Cioè il Napoli va in Champions e pareggia, va sotto di 1-2 milioni, va sopra di 1-2 milioni, cioè fa zero a zero, fa insomma il break even point (punto di pareggio) per i cultori di economia., a 200 milioni.

Ecco perché è fondamentale che il Napoli vada in Champions, e non è solo lo scudetto del bilancio di De Laurentiis, ma di tutti, perché altrimenti il Napoli non avrebbe le risorse per andare avanti.

E come può fare il Napoli anno per anno per migliorare la squadra? Facendo plusvalenze, vendendo i pezzi migliori ed i soldi  ricavati reinvestendoli tutti.

E’ finita.

Ogni volta ci siamo fasciati la testa dicendo <<è finita>>.

E’ andato via Lavezzi? Qualche solone televisivo che ha fatto il procuratore per una vita ha detto <<Cavani senza Lavezzi non segnerà più!>> = capocannoniere l’anno dopo, ve lo voglio ricordare!

E’ andato via Cavani? <<Siamo finiti!>> E’ arrivato Gonzalo Higuain che ha fatto meglio di Cavani, non in termini di gol ma certamente ha battuto il record della storia.

Va via Higuain? <<E’ finita!>> per davvero stavolta. Invece Il Napoli ha fatto perfino meglio di quando c’era Higuain, e lo dimostrano i risultati: non sono chiacchiere, sono fatti.

Oggi il Napoli non vincerà questo scudetto, con ogni probabilità partiranno dei pezzi da novanta e dovrà continuare con questa filosofia, non ne ha altre, non ne può avere altre, a meno che non arrivino sceicchi, emiri, cinesi, giapponesi, australiani, ostrogoti o marziani.

Io non lo so, ma certo non faccio a cambio con quelli di Milano, tanto per dire, o con quelli di Roma, che non hanno fatto nulla tranne che vendere e comprare, vendere e comprare, vendere e comprare. Pensate che l’Inter si è venduta il marchio tre volte! Se l’è venduto a se stessa, tre volte! Generando plusvalenze fittizie. Qualcuno predisposto a vigilare dovrà mettere mano prima o poi a questi bilanci.

A gennaio è stato fatto un errore gravissimo: non è stato preso nessuno. Questo è l’errore capitale, ripeto gravissimo, che questa squadra paga pesantemente. Lo abbiamo detto, lo abbiamo riconosciuto subito questo errore, glielo ripetiamo questa sera a De Laurentiis. Non puoi dire: <<questa squadra è perfetta com’è, non ha bisogno di niente>>; non è vero, perché poi arrivano i nodi al pettine e quando c’è bisogno di inserimenti importanti c’è bisogno, e non li hai fatti. E’ stato un errore, grave.

Ma questa squadra è orfana di Ghoulam e Milik e questo nei pronostici iniziali non lo si poteva prevedere.

Questa squadra aveva fatto 48 punti l’anno scorso e 48 punti nel girone d’andata di quest’anno. Ora è in frenata, -5 rispetto all’andata, però volete sapere cosa sta facendo questa squadra?

Sta facendo quello che non ha mai fatto nella sua storia.

Più di questo, cosa volete da questa squadra?

Questa squadra ha 78 punti in 32 partite; lo sapete il Bayern Monaco, che ha stravinto il campionato con 20 punti di vantaggio, quanti punti ha in classifica? 75 in 30 partite. La seconda è a 55. Cioè con i punti del Napoli il Bayern ha stravinto il campionato!

Sapete che in Francia, il PSG  ha vinto facile, ma il secondo, il Monaco, quanti punti ha? 70, 8 in meno del Napoli in 32 partite.

E nella grande Inghilterra, in Premier League, lo United, che oggi ha perso in casa contro l’ultima in classifica regalando lo scudetto a Guardiola (per lui settimo scudetto in 9 anni ma in Champions non ne vince più), ha 71 punti. Il grande Manchester United, il brand più grande del mondo di fronte al quale noi siamo una caccola, un lilliputiano, ha 71 punti in 33 partite.

E in Spagna, l’Athletic Madrid che è secondo, ha 71 punti in 32 partite.

Il Napoli sta facendo un cammino da 78 punti, ha 8 punti in più dell’anno scorso, che era l’anno dei record, ma ha trovato una squadra che dopo aver vinto lo scudetto a 91 punti si sta migliorando di 4 punti! Purtroppo la Juventus fa corsa a sé perché è di un altro pianeta, perché vincendo sempre va ogni anno in Champions, e spesso va avanti e fa 100 milioni di ricavi in Champions, ha 40 milioni da spendere per Douglas Costa, 40 milioni per Bernardeschi , è un altro mondo (si chiama benchmark in termini di economia aziendale, la pietra miliare di paragone), inarrivabile per noi in Italia; poi lo vedete in Europa che cos’è, è il Napoli italiano trasposto in Europa: non conta niente, come abbiamo visto a Madrid.

No ai processi, solo applausi.

Allora io dico: piuttosto che fare processi a De Laurentiis, che pure ha colpe a gennaio gravi; piuttosto che fare processi a Sarri che è il grande mentore, profeta e deus ex machina di questa magnifica squadra, ma è anche colui che ha gestito la rosa in maniera estremamente ristretta e che fa fatica a cambiare l’atteggiamento tattico nel corso della gara: piuttosto che far processi ai calciatori, seppur quest’anno si sono visti giocatori importanti sotto tono – Hamsik è stato spesso inguardabile, Callejon è molte partite che non si riesce a vedere più, Mertens è scomparso letteralmente da varie settimane  (qualche rimedio andava trovato, forse); piuttosto che criticare una società, un allenatore e dei giocatori che fanno 82, 86 e poi ancora di più quest’anno perché il Napoli finirà intorno ai 91 punti, che è poi la quota scudetto dell’anno scorso!; ripeto, piuttosto che pensare ai processi, pensiamo a dire: <<peccato! Abbiamo trovato chi corre più di noi, (perché sono sette anni che corrono più di tutti), ci abbiamo creduto, non ci siamo riusciti (ma non è ancora finita, lo ripeto, perché finisce quando finisce)>>,

Forse dovremmo dire, come disse Gianni Brera, che il Napoli è “morto di se medesimo”, che dopo la Roma il Napoli non ci ha creduto più, psicologicamente non ce l’ha fatta più.

La squadra è scoppiata mentalmente, perché non si ha l’abitudine alla vittoria se non si è comprato calciatori abituati a vincere perché non si ha il budget per comprare questo tipo di calciatori e si vive ancora sulla grandezza di Benitez di attrarre calciatori internazionali, perché quella era la grandezza di Benitez, la vera grandezza di Benitez (che non è stata sul campo, dove per me francamente è stato deludentissimo ma nella sua capacità di attrazione, da grande firma internazionale molto più importante del Napoli stesso).

Campiamo ancora di questo, perché dopo abbiamo aggiunto solo prospetti, in quanto dopo il mercato è impazzito (il più scemo dei calciatori vale 20 milioni oggi, un Verdi qualsiasi non lo paghi meno di 20 milioni, un Chiesa che ha 20 anni e ancora si deve fare ne vale 50, dove lo trovi oggi un Callejon a 10 milioni? Non lo trovi più!).

Il problema sarà questo per il futuro, Sarri vorrà capirci qualcosa sul progetto tecnico per restare.

E allora evitiamo i processi. Pensiamo invece a ringraziare questi ragazzi.

Io vorrei ricordarvi una frase che mi ha fatto venire in mente Umberto Eco leggendo un libro sul fascismo eterno, quello stesso fascismo inneggiato stasera a Roma dai tifosi laziali a Ponte Milvio (altra pagina vergognosa del calcio italiano) contro Anna Frank, sempre la solita storia: <<Solo le parole contano, il resto sono chiacchiere>>, come diceva Ionesco.

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