LA “GIUNGLA” DELLE MULTIPROPRIETÀ NEL CALCIO

I sorprendenti risultati conseguiti in Spagna, in questa prima parte di stagione, da parte della squadra del Girona, hanno fatto riaccendere i riflettori sulle cosiddette “multiproprietà” nel mondo del calcio.

Non tutti sanno, infatti, che la società catalana fa capo alla galassia del City Football Group, società finanziaria che detiene, in tutto o soltanto in parte, le quote di ben dodici squadre di calcio sparse in tutto il pianeta. Oltre alla capofila Manchester City, appartengono alla holding anglo-emiratina la squadra della Major League Soccer USA del New York City, gli australiani del Melbourne City, gli indiani del Mumbai City, gli uruguaiani del Montevideo City Torque, i giapponesi del Yokohama Marinos, i cinesi del Sichuan Jiuniu, i belgi del Lommel, i francesi del Troyes, il Palermo e i brasiliani del Bahia, oltre, naturalmente, ai succitati spagnoli del Girona. Inoltre il City Football Group, pur non possedendo quote, ha stretto una partnership tecnica con gli boliviani del Club Bolivar di La Paz, che può essere pertanto considerato il tredicesimo membro della “grande famiglia” CFG.

Un altro importante gruppo, proprietario di sei società di calcio, è quello che fa capo alla multinazionale austriaca, colosso delle bibite energetiche, Red Bull, che possiede la squadra austriaca del Red Bull Salisburgo, quella tedesca del RB Lipsia (dove RB ufficialmente sta per RasenBallsport, dal momento che i regolamenti tedeschi vietano l’utilizzo dei marchi commerciali nei nomi della squadre, ad eccezione del Bayer Leverkusen che si chiama così dal lontano 1904), la società brasiliana del Red Bull Bragantino, quella statunitense dei New York Red Bull, nonché il Red Bull Brasil e gli austriaci del Fussballclub Liefering (prelevata dalla Red Bull in quanto la federazione austriaca, nel 2010, ha stabilito di non consentire l’iscrizione delle cosiddette “squadre riserve” ai campionati professionistici; avendo pertanto perso la possibilità d’iscrivere il Salisburgo II al campionato di seconda divisione, i vertici Red Bull decisero di acquistare una nuova società, ufficialmente indipendente, che potesse partecipare al campionato cadetto e fungere così da società “satellite” del Red Bull Salisburgo).

Ci sono poi le varie società di investimento, tra cui l’americana 777 Partners (proprietaria del Genoa, dei belgi dello Standard Liegi, dei tedeschi dell’Hertha Berlino, della squadra brasiliana del Vasco da Gama e dei francesi del Red Star FC -squadra fondata nel 1897 dal famosissimo ex Presidente della FIFA Jules Rimet- nonché in possesso di quote di minoranza degli spagnoli Siviglia e degli australiani del Melbourne Victory FC), la Eagles Football Holdings di John Textor (che controlla i londinesi del Crystal Palace, la squadra belga del Molenbeek, i brasiliani del Botafogo, i francesi del Lione e gli statunitensi del FC Florida), la partnership nata tra la Pacific Media Group e la New City Capital dell’imprenditore sino-americano Chien Lee (co-proprietari del club inglese del Barnsley, di quello svizzero del Thun, dei belgi dell’Ostenda, dei francesi del Nancy, dei danesi dell’Esbjerg, degli olandesi del Den Bosch, dei tedeschi del Kaiserslautern e dei polacchi del Tychy) e la Global Football Holdings di David Blitzer (che, oltre a detenere una quota di minoranza del suddetto Crystal Palace, è proprietaria, da sola o in co-partecipazione, dei portoghesi del GD Estoril Praia, degli spagnoli dell’Alcorcon, dei belgi del Beveren, dei tedeschi dell’Augsburg, degli olandesi dell’ADO Den Haag, dei danesi del Brøndby, nonché della squadra americana del Real Salt Lake).

Continuando questo viaggio nel districatissimo mondo delle multiproprietà, troviamo il famoso fondo sovrano saudita PIF che detiene l’80% degli inglesi del Newcastle, nonché il 75% delle principali quattro squadre del campionato saudita: l’Al-Hilal di Neymar, Koulibaly e Milinkovic-Savic, l’Al-Nassr di Cristiano Ronaldo, Brozovic e Ospina, l’Al-Ahli di Firmino, Kessie, Maherez e Gabri Veiga e l’Al-Ittihad di Benzema, Kantè e Fabinho. Il principe saudita Abdullah bin Musaid Al Saud è invece proprietario di ben cinque società, ossia i francesi dello Chateauroux, gli inglesi dello Sheffield United, i belgi del Beerschot, gli indiani del Kerala United, nonché gli emiratini dell’Al-Hilal United (questi ultimi da non confondere gli omonimi e succitati sauditi dell’Al-Hilal di cui il suddetto principe è stato il presidente nel 2003-2004).

Inoltre la società inglese Ineos del magnate Jim Ratcliffe, in corsa per acquistare il Manchester United dalla famiglia Glazer, è già proprietaria dei francesi del Nizza (acquistata dal suddetto Chien Lee) e degli svizzeri del Losanna, così come la thailandese King Power International, che detiene la squadra inglese del Leicester, controlla anche i belgi del Leuven, Tony Bloom, proprietario del Brighton, possiede anche la maggioranza della squadra belga dell’Union Saint-Gilloise, la holding inglese V Sports controlla i connazionali dell’Aston Villa ma ha anche una partecipazione significativa nella squadra portoghese del Vitoria Guimaraes, il consorzio americano Black Knight Football Club è proprietario sia dell’inglese Bournemouth che della francese Lorient, il fondo sovrano Qatar Sports Investment possiede la società francese del Paris Saint Germain, nonché il 30% delle quote dei portoghesi dello Sporting Braga, il russo Dmitry Rybolovlev è proprietario della squadra francese del Monaco e di quella belga del Cercle Brugge, il fondo statunitense Red Bird Capital detiene il Milan e possiede anche la squadra francese del Tolosa, l’imprenditore israeliano Idan Ofer è proprietario dei portoghesi del Famalicão nonché di un terzo delle quote degli spagnoli dell’Atletico Madrid, la famiglia Pozzo possiede l’Udinese e gli inglesi del Watford, il discusso armatore greco Evangelos Marinakis controlla sia la società inglese del Nottingham Forest e che quella greca dell’Olympiakos, il ceco Daniel Kretínsky detiene l’inglese West Ham e la ceca Sparta Praga mentre la FilmAuro della famiglia de Laurentiis è proprietaria sia del Napoli che del Bari.

Trattasi, tuttavia, soltanto di un elenco parziale, dal momento che i passaggi di proprietà delle quote azionarie delle società di calcio variano di mese in mese; secondo quanto emerso da uno studio recentemente effettuato, infatti, si stima che nel decennio 2012-2022 il numero di squadre appartenenti a gruppi che possiedono quote, di maggioranza o minoranza, di più società è salito da quaranta a centottanta, mentre nel mondo sono circa settemila i calciatori che si trovano sotto contratto con squadre appartenenti a questa struttura trasversale!

Giuseppe Santoro

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