Il cuore, Aurelio, il cuore!

Fenomenologia di un Presidente mai amato

di Umberto Chiariello

E’ il momento più difficile forse in 15 anni della Presidenza De Laurentiis. Figura controversa, il Presidente divide molto la tifoseria e l’opinione pubblica. Mi si chiede di dare un giudizio, lo fa il mio amico Manuel Parlato tirandomi per la giacchetta su Facebook, ed io non mi sottraggo. Cominciamo…

I MERITI DI DE LAURENTIIS

De Laurentiis ha preso il Napoli perché ha fiutato l’affare da imprenditore vero qual è (mi lasciano perplessi quelli che lo criticano da questo punto di vista).

Non ci ha rimesso un euro, diciamolo subito e chiaro, senza fare moralismo d’accatto però perché è nella finalità dell’imprenditore lo scopo di lucro.

I soldi dell’acquisto li ha presi in prestito e restituiti con la velocità della luce, e l’unica volta che ha fatto un aumento di capitale mettendo mano alla tasca per dieci milioni nei primi anni li ha abbondantemente recuperati con gli emolumenti del CdA nel corso degli anni (variabili, non è vero che si dà 5 milioni l’anno).

Ma non ha mai incassato i dividendi, cospicui, però: gli va dato atto che ha pensato a rendere forte la società che oggi è liquida, non indebitata (manco un euro di interessi passivi, una vera goccia nel mare delle imprese in mano alle banche), con riserve robuste, parco giocatori importante e brand di valore mondiale di alto profilo, il tutto accoppiato a risultati sportivi di prim’ordine: 2 secondi posti in 3 anni, 3 secondi posti e 3 terzi posti negli  ultimi 6, 3 coppette vinte, tra i pochi ad alzare un trofeo oltre i cannibali che vincono tutto da soli senza lasciare che briciole.

Ora compra il Bari, e fa l’operazione Lotito fatta a suo tempo con la Salernitana, vale a dire crea la squadra satellite in piazza importante anziché la squadra B, sfruttando il fatto che questa Federazione, in mano proprio a Lotito, ha consentito e consente l’obbrobrio sportivo della multiproprietà che va contro ogni regola di trasparenza e dei principi sportivi.

Da quanto detto stiamo parlando di un uomo di successo che dovremmo solo osannare.

Ha portato solidità e benessere economico, ha comprato e creato campioni, ci ha fatto sognare (specie quest’anno), ha portato il Napoli tra le prime 16/17 squadre d’Europa (lo dice il ranking, dato oggettivo), e stiamo qui a criticarlo?

Eppure c’è da criticare eccome!

FILOSOFIA GESTIONALE CORRETTA

La critica va mossa però non su quello che si sente dire in giro, cioè sul fatto che il Napoli cede i suoi campioni.

La filosofia gestionale del Napoli è corretta: creare campioni e poi rivenderli. È necessario, lo fanno tutti i grandi club d’Europa che non siano quelli del Top Club dai fatturati mostruosi come Real, Barca, United, Bayern, PSG, City, Chelsea, la stessa Juve.

Così fan l’Atletico, il Siviglia e il Valencia, le Napoli di Spagna, così le altre di Francia a cominciare dal Monaco, così le portoghesi Porto e Benfica, così le altre tedesche a partire dal Borussia Dortmund. Che però hanno vinto qualcosa, 2 Bundedsliga ed 1 finale di Champions il Dortmund, una Liga, varie Europa League e 2 finali di Champions l’Atletico, 3 Europa League il Siviglia, e via seguitando. Da questo punto di vista il Napoli è ancora dietro. Se poi guardiamo le strutture, c’è un abisso.

Ma la scelta gestionale è ineludibile ed ineluttabile.

Perché solo le plusvalenze possono portare all’autofinanziamento per avere capitali da investire.

E poi per un altro motivo che le gente si rifiuta di capire.

I campioni, quando si affermano in queste squadre (tranne rare scelte d’amore come Hamsik e Griezman) vogliono andare nei top club per guadagnare cifre non possibili per i club di appartenenza, oltre che per vincere. E non li puoi mantenere, non hai nessuna possibilità.

Devi solo reinvestire. E De Laurentiis ha dimostrato di saperlo fare e soprattutto di averlo fatto senza aver tolto un euro, dai soldi ricavati, agli investimenti, spendendoli tutti e toppando solo due acquisti top, mi scuso per il giro di parole, Inler e soprattutto Vargas.

Ma a Quagliarella è succeduto Cavani e poi Higuain e poi Milik, scommessa tutta da vincere ancora (ma il caso non è stato benigno).

Il monte salari volontario è una necessità e se entra un top player va liberato obbligatoriamente spazio salariale se non si vuole rischiare il tracollo economico nel giro di pochi anni.

So che è duro sentirlo ma è così.

Allora in cosa difetta De Laurentiis?

MANCA IL CUORE (E L’EDUCAZIONE)

De Laurentiis difetta nel cuore e nel modo di rapportarsi.

Io all’imprenditore ed alla sua filosofia imprenditoriale non ho nulla da eccepire, ed il discorso delle strutture nel napoletano non è facile da fare, con i suoi tanti lacci e lacciuoli, e credo che ora (ma su di lui non giuro mai) abbia deciso che i tempi siano maturi per investire.

Ora ha le risorse per farlo, prima no, questo va capito: o metteva i soldi per comprare calciatori o doveva fare come il Bilbao che vendendo Herrera disse al popolo: niente acquisti, si fa lo stadio!

Ma ipotizziamo che – arrivati al dunque – De Laurentiis, tra Bari in A e Napoli, scelga Bari. Paolo Del Genio ha ragione: ha creato le condizioni per fare un grande affare preso a 30 e venduto a 350 milioni per lui, ma anche per noi.

Perché chi viene prende un brand importante, una società senza debiti e molto liquida ed un parco giocatori importante.

Chi caccia quelle cifre non sarà mai un Corbelli o un Gaucci o un avvoltoio qualunque ma uno che sarà in grado di portare il Napoli in alto perché ne ha la forza.

Altrimenti il problema è del Bari (e dei sui tifosi) condannato al limbo della B ab aeternum. Salernitana docet. Ma non fallirà più. Si accontenterà la turbolenta piazza di Bari?

EMPATIA QUESTA SCONOSCIUTA

Quindi il cuore. Sì, il cuore. E l’empatia.

Poteva regalarci un sogno. Preso Ancelotti, prendeva Cavani a tutti i costi, e lui sarebbe stato capace di far quadrare i conti.

Si sarebbe blindato anche in caso di insuccesso.

Che gli vuoi dire ad uno che prende er mejo allenatore e ci riporta l’uomo dei sogni?

Ma lui è bastian contrario, più lo premi e peggio fa, deve fare Jimmy il Fenomeno, ti dice: siete cafoni, siete merde, vi ho preso dalla merda, senza di me eravate morti, tifate Juve se volete vincere, vi meritate il cinese (pezzottato); ci fa pagare (solo a noi!) 10€ per un’amichevole in tv perché si deve pagare l’aereo comportandosi peggio di un venditore di fusaglie, non rispetta gli abbonati quasi che lo infastidisse averli.

Insomma fa tutto quanto in suo potere per farsi odiare.

Come se ci godesse, salvo poi pensare: ‘sto popolo di ingrati. Ma come, vi do calcio ad alto livello e mi ripagate così?

Sì Aurelio, te le cerchi tu. A gratis. Ed è un peccato. Nei fatti sei un grande presidente.

Ma come disse Diego, ti manca sempre un centesimo per fare un euro.

E tiralo fuori: si chiama Matador Cavani!

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