A Radio Napoli Centrale, nel corso di Un Calcio alla Radio Umberto Chiariello, è intervenuto con il suo editoriale: “Non troppo tempo fa abbiamo sentito l’onorevole Berruto, parlamentare del PD molto impegnato sul tema che dà dignità di lavoratore a tutto il mondo che gira intorno allo sport, collaboratori e non solo atleti. Tutto bello, ma non è così, perché poi casca l’asino. A livello dilettantistico entra in vigore una norma dall’anno prossimo che stabilisce che anche a questo livello è stato eliminato il vincolo societario. Fino ad oggi come funzionava? Un ragazzo a 18 anni esce dalla scuola calcio, firmando si sarebbe firmato fino a 26 anni, norma apparentemente iniqua perché toglie totalmente la libertà ai ragazzi di decidere dove giocare e molti, per colpa di questo vincolo, hanno smesso. Sapete cos’accadrà adesso? Guardando la situazione in controluce, una qualsiasi società dilettantistica non ha più organico, ogni anno deve rifare la squadra perché a fine anno tutti i calciatori si svincolano in automatico e deve rivincolarli. Nel mondo dilettanti, dove girano tanti soldi – spesso di dubbia provenienza – una società che ottiene qualche sponsor e racimolare quei pochi soldi deve pagare il campo che sia comunale o privato, gli istruttori, l’iscrizione al campionato, i kit, i tesserini e sono squadre dove i calciatori non pagano più come nelle scuole calcio. Dove sono questi magnati che buttano questi soldi? Come fanno calciatori over 35 a ricevere più di 3.000 euro netti al mese? In questi casi, comincia a girare il nero. Come si risolverà il problema? Che questi con denaro di provenienza dubbia fregheranno calciatori alle società oneste e cos’abbiamo ottenuto? Che sarà come in Serie A: chi ha i soldi vince. Perché dovranno quindi puntare sui settori giovanili se poi arrivati al momento opportuno sono svincolati ed andare dove vogliono? E che li formo a fare? I giovani non avranno futuro, saranno buttati via, anche perché questa riforma dello Stato non ha trovato correttivi in Federazione. La miopia e l’incapacità di dirigenti e tecnici fissati con i vecchi che non riescono neanche più a correre, questo è il mondo dilettantistico e questa riforma uccide i giovani perché non è accompagnata da norme correttive. Tutti tacciono ed è solo l’anticamera della morte del calcio politico”.