A Radio Napoli Centrale, nel corso di Un Calcio alla Radio Umberto Chiariello, è intervenuto con il suo editoriale: “Parto da un messaggio ricevuto da un grande amico che gira il mondo, un critico d’arte importante, Nicola Barbatelli: “Mio caro Umberto buongiorno, io purtroppo mi sono “perso” la festa del Napoli visto che sono a Città del Messico. Due cose: la prima, i taxisti, i ristoratori e tantissima gente comune, qui a Città del Messico è in estasi per la vittoria del Napoli”, ricordiamo che Lozano per il Messico è un eroe, “è stato meraviglioso avvertire un affetto così profondo da chi vive dall’altra parte del pianeta”. Il Napoli ha suscitato una festa GLO-BA-LE. Rassegnatevi razzisti, odiatori seriali, RASSEGNATEVI. Napoli non la si ferma perché non è un brand, ma è trascendente a tutto, esiste nel mondo, sia perché ci sono 8 milioni di napoletani nel mondo, sia perché è conosciuta e amata in tutto il mondo. Nicola prosegue dicendo: “Sono due giorni che da qui guardo Campania Sport e ascolto i tuoi interventi a Un Calcio alla Radio, mi hai fatto commuovere, mi fai sentire come fossi a casa”. La nostra funzione, sia in TV che in radio, e devo dire che con l’editori di Radio Napoli Centrale, Alex Olandese, sin da subito abbiamo pensato ad una radio globale, universale, che non sia una semplice radio a una via, quella della comunicazione da chi parla a chi riceve, abbiamo pensato di raggiungere i napoletani nel mondo, gli amanti del calcio, il nostro obiettivo è trasmettere questa grande passione e fare compagnia a chi è lontano dalle sue origini e magari sta bene dove sta, ma l’idea di farli sentire parte di un progetto, identità, passione è sempre stato il nostro obiettivo. Anche noi nel nostro piccolo abbiamo visto giusto, visto che in pochi mesi, partendo dal niente, siamo riusciti ad avere 2 milioni di visualizzazioni. Siamo una comunità globale, non ci può fermare il violento di Avellino, di Roma, di Salerno, di Pontecagnano, di Varese: quelli sono perdenti nell’animo. La loro violenza è il frutto del loro vuoto nell’animo e nel cervello, se qualcuno vince e mi batte, io plaudo al vincitore oppure taccio e attendo la prossima volta. L’idea di poter dire a qualcuno “ti impedisco” o “ti proibisco” è una sconfitta per l’umanità, c’è gente che ha dato la vita per la libertà: capite chi avete offeso? Non i napoletani, ma la vostra storia, le vostre radici, la vostra famiglia, la vostra città, il vostro Paese, la vostra Repubblica, la dignità umana. È un reato di una gravità estrema, è come prendere il cervello e prenderlo a calci: vi rendete conto di che barbari siete? Voi non siete i nuovi barbari, siete i nuovi dissoluti dello sfacelo dell’Impero Romano, quelli da combattere e combatterò tutta la vita affinché mio figlio possa vivere in un mondo dove sia lecito essere diversi, poter festeggiare ciò che si vuole e dove ci sia rispetto per l’umanità, quella che vi è mancata in questi giorni. Non avete perso sul campo, ma avete preso un’altra sconfitta ben più grave”.