LO RIPETO: BANDO ALLE POLEMICHE, ABBIAMO GIÀ VINTO.
Polemiche, polemiche, sempre polemiche.
Se battiamo come spero e penso la Spal, oltre ad aver fatto il record della nostra Storia di vittorie consecutive (nove), terremo la terza (Roma) a 16 punti, la quarta (Lazio) probabilmente a 17 e le milanesi a 18 e 25 punti di distacco (se il Milan batte la Samp, cosa tutt’altro che facile) dopo appena 25 partite.
Un abisso.
E la Juve resterebbe ancora dietro almeno di un’incollatura (speriamo di no, confidando in Mazzarri e nel cuore Toro).
Prima di dire che dopo l’uscita dalle coppe se non si vince il campionato è una stagione deludente o addirittura fallimentare pensateci bene, specie tu caro Peppe Iannicelli, che non sei un bastian contrario come erroneamente ti dipingono associandoti stupidamente a fenomeni paranormali dei salotti televisivi nazionali ed ancor peggio partenopei.
Specie considerando che nel biennio tanto decantato di Rafa (importante per carità, sia per aver attratto calciatori europei, sia per aver portato una mentalità nuova, oltre che due coppe niente male) i distacchi dalla Juve di Conte sono stati abissali pur con due terzi posti (pardon, il secondo in realtà è diventato quinto posto col rigore alle ortiche del recidivo Gonzalo): ben 24 punti dietro per due volte consecutive.
Sarri invece nella sua entusiasmante progressione ha accorciato prima a 9 punti il distacco, lottando realmente per il titolo (campione d’inverno) fino ad un certo punto di stagione, poi – pur finendo terzo – grazie ad un girone di ritorno da record di 48 punti (gli stessi di quest’anno nel girone d’andata), a soli 5.
Adesso è un testa a testa entusiasmante che promette di durare. E non siamo noi ad inseguire.
Comunque finirà sarà un successo, alla faccia dei ragionieri dei “zero tituli”.
Perché quel che non si è capito fino in fondo è che battere i cannibali sarà un vero miracolo, a cui NON SIAMO OBBLIGATI, dato che siamo un vascello veloce contro le corazzate d’Europa e gli unici a tenere in vita un campionato che conta, ma dobbiamo provarci con tutte le forze, facendo all-in sul campionato senza sprecare neanche una stilla di sudore altrove (trasferte, logistica, infortuni, etc.).
Perché questa stagione sarà memorabile e ci avrà fatto gioire e sognare, ed in certi momenti ci ha fatto sentire in Paradiso come nel secondo tempo con la Lazio.
Fermo restando che io ci credo e voglio vincere.
Anche per un problemino con il Generale Tempo: non so se fra 30 anni ci sarò ancora al prossimo titolo. Da lassù temo si gioisca meno.
E vorrei tanto che mio figlio possa godere come ho goduto io. Poverino, lui Diego il D10s non l’ha potuto “vivere”.
Noi siamo una generazione fortunata: abbiamo visto il Dio in terra della Pelota e vinto, con tutti gli azzurri possibili (due doppiette: da quella partenopea a quella con la Nazionale).
È un epitaffio se volete.
Più che a un discorso pronunciato per celebrare gli eroi greci, i nostri eroi azzurri trasposti nell’oggi, penso ad “Epitaph” dei King Crimson.
Fuoriclasse assoluti del progressive rock, in un anno rivoluzionario come il 1969, come sarà la rivoluzione sarrista al potere: vincere attraverso il Bello.
Testa al campionato e…
Fino al Palazzo!
Nel blu dipinto di blu.
Umberto Chiariello