Napoli, Roma e il cambio dell’asse portante
Napoli e Roma, vale a dire le uniche (con una riemergente Inter) in grado di infastidire in qualche misura la Juventus nella corsa al titolo, ripartiranno per la prossima stagione con un cambio dell’ asse portante.
Notoriamente in una squadra di calcio per “asse portante” si intende la direttrice-guida della squadra, vale a dire il portiere, il difensore centrale, il perno di centrocampo e l’attaccante di riferimento.
La Roma, che sta facendo incetta di bravi giovani calciatori a cui sono sicuro si aggiungerà Berardi (Cristante, Kluivert, per dirne un paio), perderà quasi sicuramente Alisson, uno dei migliori portieri in circolazione al mondo in questo momento, di fronte al richiamo irresistibile del Real Madrid; probabilmente Manolas, la cui clausola rescissoria – considerevolmente bassa sotto i 40 milioni – consentirà al Chelsea di Sarri di portarlo via; Nainggolan, la cui cessione è praticamente definita con l’Inter, che ha deciso di fare la spesa nella Capitale prendendosi anche sulla sponda laziale il forte De Vrij; infine probabilmente pure Strootman con destinazione Francia. In attacco i partenti sono El Sharaawy e Defrel, non primissime scelte però di Di Francesco.
Sembra certo, quindi, che – tolti Dzeko, Kolarov ed i “core de Roma” De Rossi e Florenzi (il cui rinnovo però è complicato assai) – tutti i big sono destinati alla partenza: Alisson, Manolas, Strootman e Nainggolan.
Per quanto sia bravo Monchi a reperire giovani validi e Di Francesco a lavorarci, per quanto possa essere importante l’acquisto di Pastore, nel nostro campionato un top player (ma nel PSG poco utilizzato), nel caso della Lupa Capitolina siamo davanti ad una vera e propria rifondazione che non potrà certo dare frutti immediati, per cui già riconfermare il posto Champions sarà un buon risultato, a parer mio.
Diverso il caso del Napoli, che conserva un’ossatura importante e competitiva: è vero che è partito il leader Reina con la sua scorta abituale Rafael, vero che il veterano Maggio ha lasciato dopo 10 anni di onorata carriera, ma l’asse difensivo, anzi tutta la linea difensiva, compreso il rientrante Ghoulam, nonostante le sirene di mercato, non sembra essere in discussione, così come i big dell’attacco, incluso quel Mertens cui è scaduta una clausola rescissoria bassissima per fortuna non esercitata.
Dove il Napoli rifonda però è nel settore nevralgico del gioco con la partenza sicura di Jorginho e quelle probabili di Hamsik e Callejon (ma non sono così sicuro che i due alla fine vadano via e non mi sorprenderebbe di rivederli ai nastri di partenza).
Lì dove proprio si vedrà il cambio di rotta ed atteggiamento tattico del nuovo allenatore Carlo Ancelotti.
Il Napoli come al solito ha puntato su prospetti già pronti: Fabian Ruiz e Verdi, tanta qualità per sostituire i due ‘87 in partenza, ma non certo due big o due leader, a meno che la leadership tecnica non sappiano conquistarla in campo.
In attacco il Napoli ha puntellato il reparto con un altro centravanti, dopo il recupero di Milik, come Inglese, ariete affidabile forte di testa che garantisce anche un buon numero di gol, ed il folletto Younes, che dopo le bizze di gennaio è stato dimenticato da tutti ma che senza quelle bizze a Kuivert non avrebbe che concesso scampoli di gara.
Ora l’acquisto di Kluivert Jr viene tanto decantato e ci si dimentica di quello di Younes che lo sopravanzava nelle gerarchie dell’Ajax.
Restano quindi due nodi da sciogliere: il centrocampista centrale (ma dovesse rimanere Hamsik, non scarterei una soluzione alla Pirlo per lui in perfetto stile Ancelotti) ed il portiere, oltre che trovare una degna alternativa, ma concorrenziale per il titolare e non una semplice riserva, al terzino destro, Hysaj.
Da queste scelte dipendono molto le ambizioni del Napoli: se il Napoli azzecca quelle giuste, può lottare per il titolo con rinnovate ambizioni.
Per il ruolo di portiere mi auguro che il Napoli vada sulla scuola sicura italiana e si assicuri la meglio gioventù, che sia Meret (il mio preferito) o Donnarumma.
Mi piace meno la pista francese che porta ad Areola.
E non ditemi che sono troppo giovani: i predestinati come loro non temono nulla, come hanno i due ragazzi già abbondantemente dimostrato.
Di certo però alle loro spalle va assicurato un portiere anziano ma ancora valido e con esperienza internazionale: un profilo alla Karnezis andrebbe a parer mio benissimo. Non disturba il titolare, perché il portiere ha bisogno di certezze, ed è pronto alla bisogna.
Diverso il discorso del centrale in mezzo al campo: oltre la soluzione Hamsik per cui tifo e mi intriga assai da tempo, il top sarebbe Fabregas.
Questo sarebbe l’acquisto che veramente fa fare il salto di qualità alla squadra.
La soluzione minimalista invece sarebbe Badelj, buonissimo giocatore, per giunta a parametro zero, che farebbe da chioccia a Diawara (o Ruiz).
La soluzione prospettica sarebbe Lobotka, alla cui esplosione si legherebbero però le ambizioni del Napoli.
Il ragazzo è vivamente consigliato da Hamisk che vorrebbe realizzare un ideale passaggio di testimone al connazionale.
Quale sia la mia preferenza è di chiara evidenza: quella cena sul Tamigi tra Carletto e il regista spagnolo mi fa sognare, perché è arrivato il momento di vincere.
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