La Scala per il Paradiso

Nove matttoni da mettere nel muro...

Questo l’editoriale di Umberto Chiariello nel corso della puntata di Campania Sport del 25 marzo 2018:

Settimana di pausa, servita anche a stemperare un po’ gli animi perché la corsa a due certamente alimenta tensioni. Il Napoli è l’unica squadra in Europa, lo abbiamo ribadito più volte, a tener vivo un campionato che conta, altrimenti questa Europa è francamente un mortorio.I famosi club delle città più ricche, quelle che vogliono fare un campionato in Europa a sé, cosa che è stata scongiurata ma non so fino a quando ci riusciranno, in realtà uccidono ogni competitività e competizione.

Sono fuori concorso, Real Madrid, Barcellona, Bayern Monaco, Manchester City. Pensate che in Inghilterra, che ha il campionato più ricco in assoluto dove  le squadre hanno budget clamorosamente doppi rispetto agli altri, c’è una squadra che sta stradominando in campionato sul secondo club della sua stessa città che è anche il brand, cioè il marchio, più venduto e famoso al mondo. Non è il Real Madrid, non è il Barcellona, non è il Bayern Monaco…è il Manchester United. Il brand dal valore più alto al mondo, eppure vede il City a distanza siderale.

Questo per la prima volta in sei anni in Italia non accade perché c’è una squadra nata da un qualcosa di magico, perché alle volte si realizzano delle magie nel calcio che non hanno origini certe.

Il Napoli di Vinicio come nacque? Nacque dalla cessione di Gianni Improta che creò in città tanto malumore perché era stato da poco insignito delle “stimmate” di baronetto di Posillipo dal più grande dei giornalisti sportivi partenopei, Antonio Ghirelli: ebbene, per 470 milioni dell’epoca fu dato alla Sampdoria. La squadra nacque prendendo un Braglia dal Foggia in serie B, prendendo un Clerici a saldi dalla Fiorentina a 32 anni, come un giocatore ormai finito; l’unico acquisto di valore fu Orlandini che chissà come la Fiorentina diede via e non si capisce nemmeno perché, un po’ come quelle cose alla Bagni, ogni tanto qualche giocatore di valore che si libera da qualche società importante. Ma era una squadra nata dai resti e dagli scarti degli altri, con un allenatore che il primo giorno decise di andare via perché aveva visto atteggiamenti che non gli erano piaciuti e dovettero trattenerlo a forza in Garfagnana.Eppure nacque una magia in campo.

Ora questa squadra, che ha visto in origine Pierpaolo Marino portare al settore giovanile un ragazzo come Lorenzo Insigne, prendere un Hamsik sotto gli occhi di Inter e Milan a 5 milioni e poi con Mazzarri, Bigon, Benitez sono arrivati altri giocatori internazionali ma che erano riserve nei loro club come Callejon, come Albiol, un portiere ormai alla frutta perché era stato scartato dal Liverpool come Reina. Eppure scopriamo che questa squadra con innesti di giocatori presi a gennaio come Ghoulam, come Jorginho, alla fine un Mertens preso a meno di 10  milioni da un PSV Eindhoven dove faceva quasi il tornante, nemmeno la punta, oggi tiene testa ad una Juventus che in altri tempi sarebbe già avanti di tanti punti.

Tutti si chiedono: ma il Napoli reggerà la pressione di rincorrere la Juventus? Ma perché non invertiamo l’ordine dei fattori? Sarà la Juventus capace di reggere la pressione dell’inseguitore, visto che non c’è per niente abituata? La verità è che la Juve di questi tempi aveva già ucciso il campionato e poteva dedicarsi alle coppe (è arrivata due volte in finale in 3 anni); stavolta invece, quando sembrava aver fatto lo strappo decisivo, si ritrova il Napoli a due punti e addirittura il Napoli è padrone del suo destino perché – dovesse vincerle tutte (stiamo parlando di un’impresa fantasmagorica, francamente da non crederci fino in fondo, perché sia il Napoli che la Juve perderanno dei punti) – il Napoli sarebbe Campione d’Italia.

Nel frattempo però la Nazionale gli prende due protagonisti, Insigne e Jorginho, che fanno brutte figure perché oggi in questa nazionale italiana la brutta figura è il minimo sindacale: non c’è una Federazione, la Lega adesso riparte da un nuovo presidente che di calcio non ne capisce (uno che ha fatto il presidente di banca viene messo in Lega, se in altri Stati vanno a  prendere gli specialisti che ne capiscono di quel settore, noi andiamo a prendere un banchiere, perfetto, forse perché l’unica cosa che conta in Lega è far girare i soldi), non c’è un allenatore (Di Biagio è protempore e si sapeva). Si aspetta. Nel frattempo non siamo nemmeno lo sparring partner ideale perché l’Argentina di due partite amichevoli da disputare, in una fa giocare le riserve, ed è contro l’Italia, nell’altra giocheranno i titolari per prepararsi al Mondiale. Pensate che sparring partner siamo!

E “abbuschiamo”, le prendiamo regolarmente.

E allora noi ci dobbiamo concentrare sulle cose di casa nostra a questo punto perché questa Nazionale è un progetto tutto da ricostruire.

E, volendo ragionare sulle cose di casa nostra, forse la cosa più importante in settimana, una notizia passata un po’ sotto silenzio è che a Castelvolturno si stanno facendo dei lavori e questo significa che De Laurentiis si è messo in testa di accontentare Sarri in quelle che sono le sue richieste, che erano già state quelle di Benitez, di adeguare la struttura alle esigenze del tecnico e di creare finalmente a Melito non lo stadio del Napoli, ma il centro giovanile del Napoli che è la cosa più importante in assoluto.

Questi sono i dati da cui partire per ragionare per il futuro, perché il tema del rinnovo del contratto di Sarri è incandescente ed è forse quello su cui ruota tutto il futuro del Napoli che l’anno prossimo dovrà in qualche modo, non dico rifondarsi, perché non è arrivato come il Real Madrid all’anno zero (è l’ultimo anno di questo ciclo del Real Madrid, proveranno a fare la grande impresa della tripletta che in questa  Champions League non si è mai vista), però il Napoli l’anno prossimo qualche pezzo lo perderà perché il mercato è impazzito, lo richiede e sarà così.

E allora bisogna vedere se ci sarà continuità nel progetto con questo tecnico e da questo punto di vista De Laurentiis è una garanzia assoluta perché De Laurentiis è uno che ama lavorare con gli stessi uomini per tanti anni. Ha avuto registi e attori per 27 anni, che non è poco, ha collaboratori che stanno con lui da 30 anni, nella sua logica i suoi collaboratori stanno con lui per anni e non mi venite a dire che Mazzarri è dovuto andare via, aveva già il contratto firmato con l’Inter in tasca, Benitez è voluto andare via perché aveva altre mire, cioè il Real Madrid.

Sarri no. Sarri se viene accontentato può essere invece l’uomo del progetto e può rimanere.

La domenica è passata in maniera leggera, è la domenica delle Palme, ci si è scambiati gli auguri, non c’era il campionato, qualcuno si è dedicato a un film, alla famiglia, alle letture. Io ho messo su, da vecchio amante del rock, una canzone che secondo me è di buono auspicio: i Led Zeppelin scrissero una canzone che era Starway to heaven cioè la scala per il paradiso. Credo che debba diventare la colonna sonora del Napoli perché il Napoli debba prendere questa scala per il paradiso.

Vorrei chiudere con un verso che i grandissimi Pink Floyd hanno inciso nella storia: all in all you are just an other brick in the wall che vuol dire “siete soltanto un altro mattone nel muro”, questi devono essere i nove prossimi avversari del Napoli.

Napoli, Campania Sport, 25 marzo 2018

Umberto Chiariello (a cura di Aurora Rennella)

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