A Radio Napoli Centrale, nel corso di Un Calcio alla Radio Umberto Chiariello, è intervenuto con il suo editoriale: “La storia, diceva Giambattista Vico, ha i suoi corsi e ricorsi storici. Per alcuni, la storia è random, nel senso che è imprevedibile, per altri ci sono dei cicli che ritornano. Partiamo da lontano, nel 2007 il Napoli tornava finalmente in Serie A, dopo 3 anni di purgatorio della nuova Era De Laurentiis. Nonostante il ritorno in Serie A, le polemiche a Napoli non sono mai mancate e non ce le siamo perse neanche quell’anno: Pierpaolo Marino costruì la squadra e andò a prendere un certo Ezequiel Lavezzi detto il “Pocho”, di mestiere elettricista, un’ala vecchia maniera, un po’ rotondetto; un ragazzotto con la cresta, 19enne, dalla Serie B, tale Marek Hamsik; accanto alle due incognite, un tracagnotto sudamericano, Walter Gargano; in difesa non aveva toccato niente e chiuse il mercato con due colpi juventini: Blasi, mediano fallosissimo, di gran peso e Zalayeta il “panterone”. C’erano poi Calaiò, Bogliacino, Montervino, Cannavaro, Iezzo e tutto il gruppo che aveva tirato la carretta della Serie B. In ritiro, pareva che l’argentino non andasse bene, Zalayeta e Blasi erano lo scarto della Juve, Hamsik un ragazzotto. Si esordisce al San Paolo, quel giorno ebbi una certezza assoluta: si giocava contro il Cagliari di Gianpaolo con Matri, una sconfitta in casa per 2-1. Quel giorno nacque una stella luminosissima, miglior uomo in campo, Marek Hamsik che sbagliò anche un paio di gol, ma che si inseriva da Dio. A Napoli c’era tanta paura di tornare in B, ecco il ciclo, corsi e ricorsi storici: il Napoli, la domenica dopo, va a Udine e sapete come finisce? 5-0. Il Napoli sbanca Udine con una doppietta del Pocho Lavezzi e da quel momento fu amore a prima vista, il Pocho è rimasto tra i più amati, Hamsik è stato il simbolo per un decennio abbondante, hanno scritto la storia. Il Napoli ha fatto un fantastico 8° posto, gioca contro il Benfica l’Intertoto e si trovò nel giro di 3 anni dal giocare col Cittadella a giocare a Lisbona. Da quell’Udinese sono passati circa 16 anni, un po’ meno, e domani il Napoli celebra il suo primo scudetto dell’Era De Laurentiis, il terzo della sua storia. Domani si chiude il cerchio, da Udine a Udine, dal Pocho Lavezzi a chi domani sarà: Osimhen, Kvara e tutti gli eroi azzurri. Su De Laurentiis avevate toppato tutti, qualche scusa al presidente gliela dovete, ha fatto molto meglio di Ferlaino. Nel giorno della vigilia dello scudetto – se Sarri dimostra ancora il suo amore per Napoli vincendo stasera – dobbiamo ringraziare tante persone e non bastano Formisano, Chiavelli, Giuntoli, Spalletti, dobbiamo ricordare quelli che nel passato ci hanno aiutato a vincere, gli allenatori, Reja, Benitez, Sarri in particolare, Mazzarri, un po’ meno Gattuso e Ancelotti, ma tutti hanno messo un mattone su questo percorso lungo, ma sempre di vertice. Adesso non ci sono conti che tengono, la festa è qui e ce la godiamo tutta, virtuale o non virtuale che sia: questi giorni li ricorderemo tutti”.